Furlan getta la spugna Niente più ristorante rimane solo l’albergo

Quello di mercoledì, al ristorante Furlan di Ronchi dei Legionari, sarà l’ultimo appuntamento con “La renga”, il piatto tipico con il quale, come è ormai tradizione nella bisiacaria, si dà il via al periodo di Quaresima. Il piatto con l’aringa e l’immancabile polenta sarà offerto all’affezionata clientela, dalle 18.30, per l’ultima volta dopo 74 anni. Perché, dal giorno dopo, il ristorante di via Mazzini, che serve l’omonimo albergo, ma non solo, chiuderà i battenti.
Per la famiglia Furlan, dopo tanti anni, è arrivato il momento di dire addio a questa attività. A malincuore anche se, senza sbilanciarsi troppo, qui ci sono altri progetti che bollono in pentola. Non è l’unica realtà cittadina che abbassa le saracinesche, segno di una crisi dilagante, di mille pastoie burocratiche e dei costi di gestione sempre più alti.
Solo alcune settimane fa aveva detto addio al commercio Luigi Comelli, titolare da oltre trent’anni di un’attività di gastronomia in largo Petrarca. Ma il caso del ristorante Furlan, che proseguirà il suo cammino nel settore albeghiero, è molto più eclatante. Quella della “renga” sarà l’occasione, per i titolari e per il direttore, Paolo Furlan, di dire grazie a tutti coloro che, in questi anni, hanno accordato loro fiducia, stima e calore.
Un’attività storica nella cittadina che muove i suoi primi passi già nel 1945, quando è Gioacchino Furlan ad accettare la proposta dell’Associazione sportiva Ronchi di aprire in via Mazzini la sede che diventa anche bar sociale. Qui si ritrovano appassionati di calcio, ciclismo e motociclismo. Inizia un’avventura che percorrerà la sua storia non solo con il bar, che presto viene anche dotato di un frequentatissimo campo da bocce, ma anche con il ristorante e un albergo che, nel corso degli anni, è stato meta di migliaia e migliaia di persone. Qui sono arrivati personaggi illustri, giornalisti, sportivi e qui hanno soggiornato tante squadre di baseball, sin da quando, negli anni Sessanta, Ronchi dei Legionari iniziò la sua avventura nel nodo del batti e corri. Ma erano altri tempi e ora ci si deve piegare alle tristi regole del mercato. —
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