Furti in villa, nasce il comitato di difesa
Nell’area di Cernizza maggiormente colpita dai ladri nell’ultimo periodo la gente ha paura e si attrezza per eventuali «visite» future. Proposta un’isola pedonale per tagliare la via di fuga ai delinquenti in auto
A Cernizza ormai è psicosi. I residenti, allarmati dall'escalation nei colpi - sempre più ravvicinati - messi a segno dall'ormai famigerata banda delle ville, non dormono più sogni tranquilli. C'è chi si sveglia nel cuore della notte e tende l'orecchio per sentire eventuali rumori sospetti. Chi, affacciato alla finestra, chiama la polizia al primo viso forestiero che incrocia. Per non parlare di chi, in tutta velocità, s'è fatto installare un allarme nella propria abitazione o di chi non chiude occhio se prima non ha controllato più e più volte che le finestre siano tappate e le porte ben chiuse. I ripetuti furti e tentati furti hanno infatti scosso nel profondo la piccola comunità, prevalentemente composta da persone benestanti e per questo non preparate ad avere un contatto così ravvicinato con la criminalità.
«Fino a poco tempo fa - ripetono uno dopo l'altro, i cittadini sconvolti - lasciavamo le chiavi dell'auto inserite nel cruscotto e i portoni aperti: ora tutto è cambiato». Al punto che una trentina di residenti ha deciso di non restare più passivo osservatore delle scorribande ladresche ma di costituirsi in comitato, per correre ai ripari. E tra le soluzioni che il gruppo avanza la più radicale è quella di trasformare Cernizza in una grande isola pedonale. Con tanto di colonnina elettrica che si alza e si abbassa per far transitare in auto, dopo una certa ora, solo gli abitanti. Un deterrente, insomma, per chi attraversa la frazione in macchina con intenti tutt'altro che amichevoli. Senza auto, infatti, chi vuole introdursi di notte nelle case ha una via di fuga in meno su cui poter contare. L'altro fine perseguito dal comitato è quello di implementare la videosorveglianza e gli allarmo, ripiegando su un sistema a raggi infrarossi. Non è sfuggito, ai cittadini, il fatto che la maggior parte delle case colpite non risultavano dotate di un tale sistema di difesa passiva. Lo riferisce Giovanni Carpani, detto Nino, 84 anni, titolare del negozio di piastrelle di viale XX settembre, a Trieste: «Abbiamo deciso di costituirci in comitato per difenderci da questi attacchi attraverso l’impiego di telecamere e la trasformazione della frazione in isola pedonale. Il Comune, che ci è stato molto vicino in questo periodo, si è detto disponibile ad accogliere la nostra richiesta. E la polizia, in borghese o in pattuglia, fa almeno venti passaggi al giorno». Il timore è che, prima o poi, dal furto si passi alla violenza, specialmente se il delinquente viene colto sul fatto: «Io ho la mia età ma sono ancora in gamba - prosegue Carpani - però può accadere di tutto: magari me li trovo davanti, reagisco, e questi mi danno uno spintone che mi manda all’altro mondo...Oggi non si può più vivere in pace».
«Questi ladri hanno esagerato - commenta il vicino Fulvio Bacchelli - e se c’è chi teme il loro arrivo, c’è anche chi li aspetta con ansia». Per dare una lezione, ovviamente. «Certo - conclude - bisogna stare attenti a come difendersi, ma con un bastone qualcuno si sente più tranquillo. Secondo me non li prenderanno. Basta fare una passeggiata per il paese e ci si rende conto subito che qui la gente vive in un’altra dimensione: tutti si conoscono e spesso si lasciano, o meglio si lasciavano, porte e finestre aperte». «Non mi sento assolutamente sicura - afferma Jolanda De Ferra, 80 anni - noi, prima di andare a dormire, chiudiamo sempre gli usci, ma non serve: quelli, con un cacciavite, entrano lo stesso. Quando mi sveglio nel cuore della notte, tendo l’orecchio per carpire ogni eventuale rumore sospetto». «Di notte non dormiamo più - dice una ragazza, studente di Giurisprudenza, che vuole restare anonima - ogni macchina "straniera" o volto sconosciuto che si nota per la via desta preoccupazione, a meno che non si tratti di agenti in borghese. È psicosi, c’è poco da dire, viviamo male. E chi risiede nei pressi del bosco, probabile via di fuga dei delinquenti, sta peggio». «Io ho tanta paura - conclude - temo di svegliarmi e di trovarmeli davanti, in camera». «Possibile che la polizia non li riesca a prendere? - chiede Roberta Umari, 18 anni, residente a Sistiana - È come se avessero preso di mira la zona, quasi una sfida. Ci vogliono più controlli, per non lasciar da sole queste persone». Molte delle quali, ricordiamo, sono anziane: «Sono venuto a controllare mia madre Maria, che abita qui da sola e ha 95 anni - dice Fulvio Zollia - comunque le faccio visita spesso: con le notizie che si sentono...Secondo me, a colpire, è sempre la stessa mano, che non si preoccupa nemmeno tanto d’esser colta sul fatto, visto che torna nella stessa zona».
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