Fusione Confcooperative Gorizia si sposa con Trieste

L’annuncio del presidente Nanut che oggi a Grado lascia la presidenza: «Dopo 12 anni in prima linea è giusto lasciare. Ma la mia non è certo una resa»
Di Francesco Fain
Bumbaca Gorizia Ervino Nanut © Foto di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia Ervino Nanut © Foto di Pierluigi Bumbaca

Dopo Camera di commercio, Confindustria, Cisl anche Confcooperative “abbraccia” Trieste. «Tempo quattro, massimo cinque mesi e nascerà la Federazione interprovinciale Gorizia-Trieste». L’annuncio è del presidente Ervino Nanut che oggi, a Grado, dopo 12 anni passati “in prima linea”, lascerà la guida di Confcooperative. Questa mattina, infatti, si celebra l’Assemblea generale dell’Unione provinciale cooperative di Gorizia.

Nanut, è una “vita” che si occupa di cooperative...

Tra qualche mese si compirà il mio 40mo di cooperazione ed è logico che questa stagione, per me l’ultima, di rinnovi della rappresentanza provinciale e regionale di Confcooperative, sia intimamente legata alla mia personale storia e alla mia lunga e appassionata adesione ai principi propri della cooperazione e in particolare a quelli della cooperazione sociale al cui sviluppo nell’Isontino ho contribuito in maniera attiva e propositiva a partire dalla costituzione de “Il Cammino” nel lontano 1983, prima coop sociale di Confcooperative della provincia di Gorizia.

Perché ha deciso di lasciare?

Intanto, rimarrò nel Consiglio. In questi ultimi decenni è letteralmente cambiato il mondo, è cambiato veloce, e sta continuando a cambiare in un’evoluzione sociale ed economica che oggi ho francamente difficoltà a seguire e capire. Questo uno dei motivi, non certamente l’unico, che mi consiglia di fare un passo indietro. In più, c’è una sorta di stanchezza mista a insofferenza generata anche da un sistema di rappresentanza politica e sindacale con il quale non mi sento più sintonizzato.

La sua è una resa?

No. Sono e sarò comunque sempre attento affinché il movimento cooperativo mantenga alta la guardia e conservi la propria sensibilità ed attenzione verso l'unica cosa cui non possiamo rinunciare ovvero la centralità della persona.

Oggi, i cittadini hanno una pessima percezione del mondo della cooperazione viste le ultime vicissitudini a livello nazionale e, anche, regionale. Che dire?

È un peccato perché si tratta di un sistema sano, talvolta messo a rischio dalla “mela marcia” che possiamo trovare in ogni associazione, in ogni organizzazione, in ogni gruppo fatto di persone. Chi invece apprende della cooperazione dalla stampa o dalla televisione tendenzialmente immagina, anziché la mela, un mondo marcio fatto di speculazione del bisogno: mi riferisco al più recente scandalo nazionale di Roma capitale oppure, a livello regionale, ad un mondo di speculatori con pochi scrupoli e scarsa attenzione al lavoro ed al risparmio degli altri (vedi, nell’ordine, Latterie friulane, Cooperative operaie, Coop carniche). È ovvio che non può essere solo questa la rappresentazione del mondo cooperativo, ma non bisogna dimenticare che c’è anche... questo.

Parliamo, infine, dell’abbraccio con Trieste?

Gorizia e Trieste sono nuovamente precursori rispetto ai temi dell’aggregazione e della capacità di fare sistema, affrancandosi da inutili e oggi dannose visioni personali e parziali per cercare un traguardo comune e andare a formalizzare, fra qualche mese, la Federazione interprovinciale. E da lì ripartirà la spinta decisiva verso il progetto unico regionale che, a mio parere, diventa irrinunciabile.

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