“Gabbie” a Duino, chiesta una proroga al 2033

La Ca’ Zuliani punta al prolungamento della concessione per gli impianti d’allevamento dei pesci. Le obiezioni ambientaliste

DUINO AURISINA

Poter sfruttare le acque del golfo fino al 31 dicembre 2033. Va in questa direzione la richiesta formulata in questi giorni alla Regione dalla Ca’ Zuliani, l’azienda proprietaria delle contestate gabbie per l’allevamento intensivo dei pesci, installate di fronte al castello di Duino. Tecnicamente, la srl ha presentato una domanda di proroga della concessione demaniale. Di fatto si tratta della volontà, da parte dell’azienda che fa capo all’amministratore delegato Oliver Martini, di continuare nell’attività di allevamento che da tempo è al centro di vivaci polemiche. Del resto, è facilmente comprensibile che, visti i notevoli risultati ottenuti, anche in conseguenza degli ingenti investimenti effettuati, la Ca’ Zuliani voglia proseguire nell’attività intrapresa.

Non più tardi di qualche mese fa, la srl si era impegnata a illustrare gli strumenti utilizzati per preservare l’integrità delle acque del golfo. «La durata della richiesta di prolungamento della concessione – spiega Stefano Caberlotto, responsabile della produzione della Ca’ Zuliani – si giustifica nel senso che il ritorno degli investimenti fatti non può essere immediato in un mercato come quello che ci caratterizza. È perciò naturale che si vada nella direzione di una richiesta di un accentuato prolungamento di tale concessione, anche perché siamo legati ai contributi legati all’attività, che richiedono per l’appunto una programmazione di lunga gittata».

Sul tema è immediata la contestazione di cui si fa interprete il movimento “Salute e ambiente”. «Sono numerosi gli aspetti trascurati dalle competenti autorità su questa vicenda – sottolinea il portavoce Danilo Antoni – innanzitutto perché, nella concessione originaria, non è stata rispettata la norma che prevede di tenere in considerazione il cumulo con altri progetti. In secondo luogo – prosegue Antoni – è stato trascurato l’elemento che riguarda il paesaggio, perché chiunque avrebbe potuto constatare che gabbie di allevamento in mare di questo genere, di dimensione variabile dai 12 ai 16 metri e sporgenti dal livello del mare con strutture di plastica gialla alte più di un metro, davanti a un castello non potevano certo valorizzare il paesaggio. Queste gabbie, di fatto, formano un’isola di plastica gialla di circa di cinque ettari».—



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