Gaggioli: «Senza un dietrofront dimissioni di massa»
Nel lungo dibattito dedicato alla mozione per salvaguardare l’integrità del territorio della provincia di Gorizia, ha recitato inaspettatamente la parte del “falco” il capogruppo (e già candidato sindaco) di Gorizia c’è Silvano Gaggioli.
Pur votando, assieme al suo gruppo, favorevolmente alla mozione “unificata” di maggioranza e opposizione, ha buttato sul tavolo una proposta choc, se l’amministrazione regionale non dovesse fare dietrofront e continuare sulla strada dell’incorporamento del territorio isontino nell’area triestina, sia essa di area vasta sia di città metropolitana. «Ovviamente, abbiamo votato “sì” alla mozione congiunta perché riteniamo che il territorio isontino vada salvaguardato al di sopra di ogni cosa. Ma, in sede di dibattito, ho lanciato anche una proposta». Proposta che, peraltro, ha trovato d’accordo e pronti a concretizzarla almeno tre consiglieri comunali. «Se le cose dovessero precipitare - il ragionamento del presidente dell’Ordine degli avvocati - si scenda in piazza con il Gonfalone. E, nella peggiore delle ipotesi qualora non venissimo ascoltati, l’intero consiglio si dimetta. Un appello che rivolgo a tutti i Comuni dell’Isontino che non vogliono nemmeno prendere in considerazione il disegno Saro-Roberti. Così, ci sarebbero commissariamenti in tutti i municipi. Una scelta dirompente che, a mio parere, va fatta, se la mozione e le altre azioni intraprese non dovesse sortire gli effetti auspicati». Ma perché, secondo Gaggioli, l’operazione di certi ambienti regionali va respinta con decisione? «Perché il territorio isontino ha caratteristiche completamente diverse rispetto a Trieste e rispetto anche a Udine. Semmai, l’Isontino potrebbe essere ampliato, se Trieste vuole essere la città metropolitana, ai Comuni del Carso. In questa maniera - la controproposta del capogruppo di “Gorizia c’è” - si andrebbe a realizzare un’unica zona vitivinicola con rapporti stretti con la vicina Slovenia».
La proposta di Gaggioli, dicevamo, non è caduta nel vuoto. Perché più di un consigliere comunale si è detto pronto, qualora la situazione dovesse precipitare, a dimettersi dall’aula.
Una risposta diretta (e contraria) è arrivata però dal capogruppo di Forza Italia Fabio Gentile che ha ascoltato con grande interesse, durante il Consiglio comunale, l’accorato intervento del presidente dell’Ordine degli avvocati. «Si fa presto a trovare altre persone che si vogliono dimettere, però attenzione: così si rischia di lasciare campo libero a chi vuole sopprimere l’Isontino e aggregarlo a Trieste». Secondo l’esponente forzista, semmai, bisogna fare proprio il contrario: resistere e combattere. «Dobbiamo rimanere uniti rivendicando il ruolo di Gorizia all’interno della provincia isontina». Gentile riserva anche un pensiero alle posizioni di Anna Maria Cisint. «Mi auguro - dice - che anche Monfalcone capisca che è meglio essere la periferia di Gorizia piuutosto che quella di Trieste... Monfalcone oggi è la seconda città della provincia isontina, mentre con Trieste costituirebbe mezzo quartiere del capoluogo giuliano». Una riflessione con un pizzico di veleno che non farà piacere al primo cittadino monfalconese.
Gentile torna, quindi, sull’unanimità raggiunta in Consiglio comunale. «L’esito del voto è stato molto positivo anche perché il grande lavoro svolto dall’assemblea dei capigruppo per unire le due mozioni è stato ripagato. Importante anche la convergenza di Progetto Fvg, che ha ragione: bisognava evitare attacchi politici, come era stato concordato in sede di capigruppo». —
Fra.Fa.
BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI
Riproduzione riservata © Il Piccolo