Galan: «Diffamato da Kajin» Partito il processo a Pisino

PISINO. Si è svolta al Tribunale di Pisino l'udienza preliminare dopo la denuncia per diffamazione partita dall'ex ministro della Cultura italiano ed ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan nei confronti del parlamentare istriano Damir Kajin. Ne ha scritto il Glas Istre. Galan ha ritenuto offensiva la dichiarazione di Kajin rilasciata alla stampa di cui il 17 ottobre 2014 aveva dato notizia un portale. L'articolo era stato titolato - tradotto dal croato - «Il vincitore dello Stella della Regione Istriana Giancarlo Galan va in prigione per corruzione». Nel testo Kajin affermava che «Galan e soci solo sulla pietra istriana avevano messo le mani su oltre 50 milioni di euro». Va riportato il contesto da cui la frase era stata estrapolata. Kajin, come all'epoca riportato da numerosi media, aveva affermato che dalla cava pietraia di Castelnuovo d'Istria erano partite per Venezia 2.800-3.000 navi piene di pietra per il progetto Mose.
Come spiegato in aula dalla legale di Galan, Natasa Maletic, Kajin ha citato la cifra dei 50 milioni allo scopo di diffamare Galan. Inoltre Kajin - così Maletic - ha collegato Galan, o meglio la sua società Franica di Rovigno, col prelievo di denaro tramite le società Bacia, Dragi kamen, Portolevante tradin e Maskun. La legale contesta quindi l'affermazione di Kajin, ritenuta non comprovata, sulla collaborazione tra il suo cliente, l'allora presidente della Regione istriana Ivan Jakovcic e l'allora premier croato Ivo Sanader, nonché la definizione di Galan quale criminale del vicinato. In risarcimento per le affermazioni ritenute lesive della dignità e l'onore di Galan, si chiede a Kajin il versamento di 50mila kune, pari a 6.580 euro. Kajin non ha partecipato all'udienza: c'era il suo avvocato Marino Folo. Quanto affermato da Kajin corrisponde a verità ed è facilmente documentabile, ha detto il legale al giudice esibendo alcuni documenti del ministero dei Trasporti e marineria secondo cui la società Maskun di Marzana avrebbe sfruttato la cava pietraia di Castelnuovo senza la dovuta concessione. Prossima udienza il 15 dicembre. (p.r.)
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