Galan: «L'idea giusta la troverà Silvio. Alfano senza coraggio»

Intervista del Piccolo all’ex ministro e governatore del Veneto che critica il segretario del Pdl: «Serve colore e fantasia, vai a scuola da Berlusconi e restaci. Tondo? Sta facendo benissimo. La sua vittoria nel 2008 è stata un capolavoro»

TRIESTE. Nel giorno in cui Silvio Berlusconi torna a esternare, Giancarlo Galan conferma che il Cavaliere è vivo, vivissimo, «altro che pensione». Ma soprattutto Berlusconi «ha più fantasia di tutti. Solo lui, come già nel 1994, può parlare al Paese di libertà e farlo sognare». Tradotto: dopo il Pdl ci sarà un nuovo partito, con un nome diverso ma, quello che più conta, con altri contenuti e la forma di Forza Italia: leggero, senza tessere, senza congressi. Un ritorno al passato «che è tutto il contrario della vecchia politica». E già con un obiettivo ambizioso, «il 40% dell’elettorato».

Galan, Berlusconi pronto a rinascere dalle sue ceneri?

Ho sempre sperato che non uscisse dal campo. Negli ultimi tempi ha ritrovato lo spirito, l’ho visto risollevato e, anche se in ruoli diversi, la sua sarà una presenza fondamentale. Perché Berlusconi, più di tutti, ha fantasia.

Farà epoca la storia del burlesque.

Amenità. Ma chi altri avrebbe potuto mettere insieme una storia così?

La prossima “invenzione” sarà il nuovo Pdl. E’ d’accordo sul cambiare nome?

Berlusconi troverà quello giusto. Come quasi vent’anni, quando mi anticipò la nascita di “Forza Italia” e io gli dissi che non mi convinceva, che sembrava l’incitamento a una squadra di calcio.

E lui?

Disse che non capivo nulla. E aveva ragione: quel nome era di una strabiliante carica innovativa in un momento in cui gli altri si chiamavano liberali, socialisti, comunisti.

Basterà azzeccare il nome anche stavolta?

No. Stavolta servono contenuti e forma nuovi. Va ripescata la proposta di rivoluzione liberale che ci ha sempre fatto vincere le elezioni ma che non siamo poi riusciti a mettere in pratica.

Per quale motivo?

Perché l’abbiamo affidata nelle mani di chi non ci credeva.

E la forma nuova?

Tutti i partiti italiani del dopoguerra, con la lodevole eccezione di Fi, si sono organizzati come apparati. Ma quella forma, con i conseguenti finanziamenti pubblici, agli italiani non può andare più bene. Serve un partito leggero. Basta congressi, via le tessere.

Il Pdl, che i congressi li aveva iniziati a fare, ha fallito per questo?

L’errore del Pdl è stato di consegnarsi ai politici del passato. Senza fantasia, grigi, noiosi. E il Pdl è diventato un partito come gli altri. Quando i Gasparri e i La Russa mi danno del nostalgico mi viene da ridere.

Basterà cancellare la componente di An per convincere l’elettore?

Fi, piaccia o non piaccia, era un elemento nuovo. Dobbiamo tornare a proporre qualcosa di più adatto ai tempi. Gli ex An non vanno allontanati ma non potranno più comandare. Un partito che mira al 40% non è reazionario e non si entusiasma per i voti di Marine Le Pen.

E gli ex socialisti?

Senza fare di tutta l’erba un fascio la saldatura tra vecchi socialisti e la destra è ormai passata. Gli italiani ne boccerebbero la riproposizione.

E Fini? E Fli? E l’Api?

Partiti del 3%: di cosa parliamo? Sono movimenti che non portano fantasia.

Grillo un po’ di fantasia ce l’ha.

Ahimè sì. Ma l’antipolitica ha successo perché la politica ha iniziato a fare schifo. Quando vedo che si sostiene ancora che i finanziamenti pubblici sono indispensabili, mi vengono i brividi.

Lo ha fatto anche Alfano.

Passi che lo dica Bersani, erede di quel modo di gestire un partito. Posso capire anche Casini, che viene da una tradizione opposta ma ugualmente della vecchia politica. Che però queste tesi siano del mio segretario di partito è intollerabile.

Fatto sta che Alfano, del nuovo partito, sarà il segretario. Che si fa?

Ad Alfano dico sempre: più coraggio, più colore, più fantasia. Vada a scuola di Berlusconi. E ci resti per sempre: un maestro così non lo trova da nessuna parte.

Ha parlato del 40%, ma per vincere serve il 50%. Ci arrivate con Casini, un altro che fa un nuovo partito?

Vietato bestemmiare. Quello di Berlusconi è un progetto rivoluzionario, mentre quella di Casini, con tutto il rispetto, è un’operazione di maquillage. Dopo di che, in una logica inclusiva, tra moderati non ci si deve dividere: errore imperdonabile.

Che cosa vi divide ora da Casini?

Noi crediamo nel bipolarismo e lavoriamo perché si ritornino a vincere le elezioni al centro e non alleandosi con le estreme che ti impediscono poi di governare.

Che sistema elettorale serve?

A me pare che quello anglosassone, così come declinato negli Stati Uniti, sia il più evoluto. Non a caso là ci sono partiti fortissimi con zero iscritti, sedi e dipendenti.

Insisto: con chi vi dovrete alleare per vincere?

Con chi condivide i nostri concetti di libertà e si contrappone al blocco statalista. Penso ai radicali, ai liberali come Zanone, ai cattolici che vengono trattati male nell’altro schieramento.

I nomi?

I Letta e i Fioroni per esempio. Rosi Bindi, invece, è giusto stia dall’altra parte.

Berlusconi crede nelle elezioni anticipate. E lei?

Il sospetto è venuto anche a me. Non sarebbe per convenienza ma perché si è capito che questo governo non ha gli strumenti per dare risposte concrete. Fossi parlamentare lo sosterrei, ma è evidente che mancano la politica e le sue responsabilità. Per questo elogio la democrazia dell’alternanza.

La Lega è finita?

Vedo che si stanno avvitando in lotte intestine che non lasciano speranza. Sembra la fase declinante di Craxi e Martelli.

Anche Zaia in Veneto va verso la fine?

Vedremo se ci sono spazi di dialogo. Ma Zaia sa che dobbiamo ancora valutare se cambiare atteggiamento o no.

Lo farete cadere?

Non dico questo. Ma, dipendesse da me, i rapporti di forza sarebbero già cambiati.

E invece Tondo, in Fvg?

Sta facendo bene, l’ho molto apprezzato nel caso Eluana. Del resto il suo, nel 2008, è stato un capolavoro. Un’unica raccomandazione: faccia la terza corsia, non ne posso più.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo