Gallina azzannata da uno sciacallo a Gabria

SAVOGNA. L’immagine scattata con un cellulare non è nitida, ma da dietro le foglie lascia intravedere chiaramente la sagoma del predatore che si accanisce sulla preda e la divora. Il predatore è uno sciacallo dorato (canis aureus). La preda è una gallina dal piumaggio nero. La scena è stata immortalata a Gabria da Giovanni Tel. Oltre a testimoniare la presenza ormai stanziale dello sciacallo dorato sul Carso goriziano, la fotografia scattata dal presidente dell’Ordine dei veterinari di Gorizia è stata fatta all’ora di pranzo nella stretta fascia di verde tra il Vipacco e le case di via Pelicon e dimostra come il predatore non tema la presenza dell’uomo: in alcuni periodi dell’anno si spinge senza difficoltà fino alle aree abitate anche durante il giorno. «Erano le 13.30 di giovedì – ricorda Tel –. Dal pollaio del vicino ho sentito una gran confusione, ma non era il solito schiamazzare delle galline. Questo ha attirato la mia attenzione, così, vicino alla riva, ho scorto distintamente un animale che avevo già intravisto, ma mai così bene. Si trovava ad una ventina di metri da me. Allo scoperto, ho capito in maniera chiara che non era una volpe come avevo pensato nelle precedenti occasioni. Era un animale di taglia più grande, aveva un bel pelo e sembrava in salute. Rispetto a lui, mi trovavo in posizione sopraelevata e sottovento, così non ha fiutato la mia presenza. Si è accorto di me solo quando ho pestato con i piedi, e rotto, un rametto. A quel punto il rumore lo ha messo in guardia ed è fuggito lasciando lì la gallina, che però era già morta. Dal momento che quel giorno ne sono state fatte fuori altre due, può darsi che non fosse solo. Io, comunque, ho visto un unico esemplare». Tel ha segnalato l’avvistamento alla Forestale inviando le fotografie che è riuscito a scattare. Protetto a livello nazionale e comunitario, lo sciacallo dorato può essere scambiato per un piccolo lupo (anche se i suoi ululati sono più brevi e acuti) o per una comune volpe rossa (benché sia più grande). Il mantello presenta una colorazione tendente all'ocra-sabbia con sfumature nerastre nella parte superiore, ha una coda corta e un portamento slanciato. Onnivoro opportunista ha una dieta molto varia e a livello locale non ha predatori tranne l’uomo. Le prime segnalazioni della sua presenza in Friuli Venezia Giulia risalgono alla metà degli anni Ottanta. Nel 1997 due individui sono stati fotografati a Doberdò del Lago e i monitoraggi condotti dal gruppo di ricerca dell'Università di Udine, coordinato da Stefano Filacorda, hanno evidenziato che i branchi del Carso goriziano sono gli unici a registrare una permanenza costante in una determinata area. Negli ultimi anni la sua distribuzione si è allargata alla pianura friulana, ma resta sottostimata; in ogni caso, la specie si può considerare ormai insediata nel Nord Est del Paese. Nel febbraio 2011 una femmina di sciacallo dorato del peso di quasi 11 chilogrammi era stata investita sul raccordo autostradale Villesse-Gorizia. La sua carcassa era stata richiesta dal Museo friulano di storia naturale per approfondire le conoscenze sulla diffusione di questo predatore originario dell’Egitto.
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