Gas Natural rinuncia al progetto di rigassificatore nel golfo di Trieste

Dopo 14 anni il gigante energetico spagnolo abdica all'idea di realizzare un terminale di rigassificazione a Zaule
Silvano Trieste 10/12/2012 Cattedra di San Giusto, i manifestanti, i disordini
Silvano Trieste 10/12/2012 Cattedra di San Giusto, i manifestanti, i disordini

TRIESTE Gas Natural Italia rinuncia una volta per tutte al progetto del rigassificatore di Zaule. Lo attesta un documento, firmato dal presidente del consiglio d’amministrazione della società Javier Hernández Sinde, inviato lo scorso 22 maggio al Ministero dello sviluppo economico italiano.

Si conclude così un’odissea durata 14 anni, durante i quali la possibilità che il golfo venisse solcato settimanalmente da enormi navi gasiere ha pesato sullo sviluppo portuale e sull’ambiente triestino come una spada di Damocle.

La lettera di rinuncia è stata inviata per conoscenza a innumerevoli altre istituzioni italiane, non ultimi i principali attori del Friuli Venezia Giulia: la Regione e il Comune di Trieste.

«Una vittoria del territorio raggiunta dopo una lunga e tenace lotta, che non si è mai fermata nel corso della legislatura regionale appena trascorsa. Una soddisfazione che ricompensa di tanto impegno messo da cittadini, associazioni e istituzioni, e un problema di meno per chi ha raccolto la nostra eredità». Lo ha affermato la deputata del PD Debora Serracchiani, già presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, commentando la definitiva rinuncia di Gas Natural.

«La svolta per noi si colloca nel momento in cui - ha indicato Serracchiani - il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha dichiarato non strategica l'infrastruttura energetica. Le ragioni dello sviluppo della portualità regionale, che rimane un punto cardinale a prescindere dal colore delle amministrazioni, hanno avuto il sopravvento su un progetto nel quale qualcuno ha creduto, ma - ha concluso - moltissimi altri no».

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