Gasolio in mare: è emergenza in Istria

ALBONA. Sta assumendo le proporzioni di una catastrofe ecologica l’ inquinamento del Canal d’Arsa sulla costa orientale dell’Istria dove ieri mattina è finito in mare un grosso quantitativo di gasolio. La massa oleosa ha invaso tutte le imbarcazioni ormeggiate nel porticciolo creando una situazione di emergenza per i pescatori costretti a ributtare in mare il pescato: un grosso danno dunque per i ristoratori del luogo che si rifornivano regolarmente di cozze. Ed è una mazzata anche per i pescatori che ora non potranno gettare in mare le reti o la lenza per un lungo periodo di tempo.
Un grosso danno economico ed ambientale con riferimento particolare alla flora e fauna marina subito rilevato dalle associazioni ambientaliste della zona che hanno invocato interventi immediati per tamponare l’emergenza.
Notevoli le conseguenze anche per la stagione balneare: per molti turisti sarà impossibile immergersi in acque solitamente cristalline che da ieri hanno acquistato un inquietante colore nero pece.
Ma cosa è accaduto? Nel comunicato stampa diffuso dal Ministero del Mare, Trasporti e Infrastrutture, praticamente si confermano le fonti ufficiose. Ieri mattina intorno alle cinque sono fuoriuscite in mare da 5 a 15 tonnellate di gasolio durante le operazioni di rifornimento di carburante di un mercantile battente bandiera libanese. É il Fidelity ormeggiato allo scalo merci di Brsica ( Val Pidocchio) lungo 115.3 metri della portata di 5395 tonnellate. Ad aggravare ulteriormente la situazione hano provveduto il mare agitato e il forte vento che hanno spalmato la chiazza oleosa praticamente su tutto il bacino, fino a 3,5 miglia al largo.
I cittadini del luogo sono accorsi subito sulla riva attirati dal forte odore di benzina: il primo a dare l’allarme al Centro allertamento regionale è stato un allevatore di cozze. Una catastrofe annunciata- ha amaramente commentato qualcuno. L’inquinamento è stato di tali proporzioni che ben presto è scattato il divieto di navigazione lungo il canale mentre i proprietari delle imbarcazioni danneggiate sono stati invitati a presentare denuncia dei danni subiti.
Dopo l’allarme sono subito scattate le misure di risanamento o rimozione della massa oleosa coordinate dalla Capitaneria di Porto di Pola che ha riattivato il Centro operativo regionale ora in seduta pemanente. Sul posto sono stati inviati alcuni battelli i cui equipaggi hanno collocato delle barriere galleggianti intorno alla chiazza per impedire che si diffondesse ulteriormente. Il grosso delll’operazione di pulizia della superficie marina, viene affidato alle unità della società Dezinsekcija di Fiume, specializzata in emergenze del genere. Ancora non è possibile sapere quanti giorni serviranno per rimuovere la massa oleosa dalla superficie marine sempre che le condizioni del mare non siano proibitive a causa della stuazione meteorologica in queste ore molto instabile. Intanto il Fidelity rimane bloccato nel porto mentre a bordo sono saliti gli ispettori della Direzione per la sicurezza della navigazione che opera in ambito ministeriale. Ovviamente si sta indagando anche per l’accertamento delle responsabilità. p.r.
Riproduzione riservata © Il Piccolo