«Gelo di febbraio, colpita la catena alimentare»

Gli eccezionali eventi climatici dello scorso febbraio, che hanno fatto registrare valori record della temperatura del mare, sono stati al centro del workshop organizzato dall’Ogs con il supporto della Regione e intitolato “Effetti della bora sull’Adriatico settentrionale: l’evento dell’inverno 2012”. Un tavolo nel quale si sono confrontati studiosi provenienti dalle regioni dell’alto Adriatico, comprese le vicine Slovenia e Croazia con l’obiettivo di discutere ed elaborare i dati raccolti, mettendo in evidenza le anomalie riscontrate e le eventuali alterazioni dell’ecosistema, utili per affrontare in futuro situazioni analoghe. Ma anche per fornire uno strumento di lavoro atto a supportare gli interventi di tutela dello stato di calamità che si è venuto a creare nel comparto ittico, con inevitabili ricadute a livello economico.
Un evento, quello accaduto lo scorso inverno, di portata eccezionale sia per la temperatura del mare scesa sotto i 4 gradi, con il valore record di 3,6, sia per il fatto che numeri così bassi sono stati registrati per un periodo particolarmente lungo, di quasi due settimane, tanto da richiamare alla memoria l’inverno rigido del 1929. «Si tratta di un episodio scatenato da una serie di concause – ha spiegato Paola Del Negro, direttore del dipartimento Bio di Ogs – quali le temperature molto fredde dell’aria, cui si è aggiunta l’elevata salinità del mare per lo scarso apporto fluviale, dovuto alla siccità: tutto questo ha provocato massimi storici di densità con conseguente moria di pesci».
E gli effetti sul comparto ittico sono stati devastanti, con la distruzione della quasi totalità delle colture delle valli da pesca, e ripercussioni pesanti anche in mare. Per Otello Giovanardi, ricercatore Ispra di Chioggia, «danni ingenti si sono verificati soprattutto nella raccolta di canocchie e seppie, ma non solo, e gli effetti si vedono tuttora, con il mercato ittico letteralmente messo in ginocchio». Un dato letto in modo ancora più ampio da Mariangela Ravaioli del Cnr di Bologna: «La formazione di acque dense, che portano correnti fredde verso il basso, lungo tutto l’Adriatico, è andata a incidere sulla stessa catena alimentare». Un fenomeno, quello registrato a febbraio, studiato anche dagli esperti della meteorologia. «Dobbiamo parlare di un evento straordinario, con una bora che ha soffiato a quasi 100 all’ora per due settimane - precisa Agostino Manzato dell’Osmer Arpa –. Ma non si può ragionare in termini di conseguenze climatiche, in quanto, quando ci riferiamo al clima, vengono prese in considerazione soltanto fasce temporali non inferiori ai trent’anni». (p.pi.)
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