Generali contro Perissinotto: deciderà il giudice civile

Sulla mega-richiesta di risarcimento il magistrato del Lavoro si dichiara non competente
No alla restituzione della buonuscita di 12 milioni. Il gruppo dovrà pagare le spese legali
L'ex amministratore delegato di Generali Giovanni Perissinotto
L'ex amministratore delegato di Generali Giovanni Perissinotto

Sarà il giudice civile a decidere sul ricorso in cui Assicurazioni Generali ha chiesto all'ex Ceo Giovanni Perissinotto la cifra astronomica di 60 milioni di euro per gli asseriti danni provocati quando ricopriva la carica di direttore generale del Leone. Lo ha deciso ieri, dichiarando la propria incompetenza, il giudice del lavoro Annalisa Multari alla quale avevano proposto ricorso le Assicurazioni Generali depositando una poderosa contestazione formale con la richiesta di risarcimento per operazioni che avrebbero creato danno alla società.
Nella sentenza il giudice del lavoro di Trieste ha deciso anche riguardo la buonuscita di Perissinotto che ammonta a oltre 12 milioni di euro non accogliendo l’istanza del colosso del Leone che puntava a recuperare i soldi a suo tempo riconosciuti e versati al manager come trattamento di fine rapporto prima di diventare amministratore delegato. Ma, nella sentenza, c'è anche una condanna nei confronti delle Assicurazioni Generali a rimborsare 32mila euro di spese legali a Perissinotto di cui - come si legge nel dispositivo - «12mila euro per fase di studio, euro 5mila per fase introduttiva, euro 15mila per fase decisionale, oltre a spese generali, Iva e Cpa come per legge». Per le motivazioni bisognerà attendere 60 giorni.

Generali chiedrà i danni a Perissinotto e Agrusti

La contestazione di Assicurazioni Generali - ora “slittata” al Tribunale civile - fa riferimento a un periodo antecedente al 2001, quando Giovanni Perissinotto, come direttore generale, era di fatto un dipendente della società del Leone.
La causa di lavoro è stata attivata nello scorso febbraio da Generali con la richiesta di risarcimento per operazioni che, secondo i ricorrenti, hanno creato danno alla società. In quell’occasione i legali del Leone avevano hanno anche abbinato un’impugnativa allo scopo di recuperare i soldi a suo tempo riconosciuti e versati al manager come trattamento di fine rapporto prima di diventare amministratore delegato: 12 milioni. E questi soldi appunto sono stati riconosciuti come legittimi all’ex Ceo nella sentenza di primo grado.
Ad attivare la causa di lavoro era stata, nello scorso gennaio, una decisione del Cda di Assicurazioni Generali, su richiesta di Ivass aveva esaminato le valutazioni del Comitato Controllo e Rischi, anche alla luce di fatti e circostanze nuovi, su alcuni investimenti alternativi effettuati in passato. Erano state inoltre analizzate le valutazioni del Comitato per la remunerazione sul trattamento economico riconosciuto sia all'ex amministratore delegato Giovanni Perissinotto sia dell'ex dg Raffaele Agrusti negli accordi di uscita.
Il consiglio di amministrazione aveva allora conferito uno specifico mandato al Ceo Mario Greco, di avviare immediatamente «le idonee azioni risarcitorie e di responsabilità in sede giuslavoristica» nei confronti di Agrusti e Perissinotto». Poi è arrivata la sentenza del giudice Multari sulla buonuscita di Perissinotto ma anche la dichiarazione di incompetenza che di fatto rimanda la questione del risarcimento da 60 milioni di euro. Ma certo è che il procedimento sarà sicuramente lungo.
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