Generali in palcoscenico a Londra con il nuovo piano triennale

Greco illustra la strategia del gruppo alla comunità finanziaria della City, che attende di conoscere la fase due. Obiettivo puntato sul rilancio della crescita, l’ultima trimestrale ottimo biglietto da visita
Il palazzo Generali in piazza Unità a Trieste
Il palazzo Generali in piazza Unità a Trieste

LONDRA.  Mario Greco presenta il nuovo piano triennale delle Generali alla City di Londra. Il parterre è quello delle grandi occasioni con il top management del Leone schierato di fronte alla comunità finanziaria che ha già accolto bene il forte cambiamento della governance del gruppo e attende di conoscere la fase due con il piano di rilancio. Nella compagine azionaria la presenza degli investitori istituzionali esteri è cresciuta notevolmente: come è emerso anche nell'ultima assemblea a Trieste la quota di capitale che fa capo ai fondi è salita al 20,97% (era il 9,2% nel 2012). Un segnale di come il peso del gruppo triestino sia cresciuto nella sua dimensione globale. Ora l'obiettivo è quello di rilanciare la crescita del gruppo soprattutto in Europa. Per questo a Londra i mercati si attendono una forte focalizzazione business. Sotto i riflettori anche l’Italia dopo che il mercato domestico è stato al centro di una profonda riorganizzazione con il lancio di Generali Italia sotto la guida di Philippe Donnet.

Il Ceo di Generali, Mario Greco
Il Ceo di Generali, Mario Greco

La strategia chei Greco illustrerà agli gnomi della City è stata studiata tutta all'interno del gruppo: una decina di manager con una cinquantina di altri componenti dello staff. Le Generali si presentano nella City dopo una trimestrale in crescita con un utile in progresso del 3,3% e un risultato operativo a quota 1,32 miliardi (+6%) che non si vedeva su questi livelli da diversi anni. Un buon biglietto da visita per i fondi internazionali. Anche la "pulizia" sui conti si è già compiuta nel 2014 dopo ingenti svalutazioni. Nella City si aspetta di conoscere così i contenuti del piano che il Ceo ha definito «un nuovo capitolo nella storia delle Generali dopo che nel 2014 abbiamo chiuso con le partite straordinarie e eccezionali». Il gruppo triestino non punta per ora su nuove acquisizioni: «Non compriamo e non vendiamo più nulla», hanno detto i top manager del Leone ai soci nell’ultima assemblea di aprile.

Greco ha assicurato che l'intenzione è «aumentare il dividendo anno per anno e in modo sostenibile nel tempo». Messaggio già arrivato forte e chiaro ai grandi investitori. Sui contenuti del piano non resta che attendere oggi. Di certo si è chiusa una fase durata tre anni nei quali il gruppo si è rafforzato in una fase difficile per i big delle assicurazioni penalizzati da tassi di interesse ormai ai minimi. Il gruppo si è rifocalizzato sul core business migliorando la redditività. Obiettivo centrato con un anno d'anticipo rispetto alle tabelle del precedente piano d'impresa. «Disciplina, semplificità e focus», è il mantra di Greco. Le Generali hanno venduto 4 miliardi di euro di partecipazioni in attività non strategiche (ultima Bsi, la Banca della Svizzera Italiana). Il gruppo si è poi ripreso il pieno controllo del business in aree strategiche come l'ultima tranche di acquisto delle minoranze nell'Est Europa e con l'acquisto delle minorities di Generali Deutchland e Generali Asia. Il gruppo ha ricomprato partecipazioni di minoranza per circa 3 miliardi.

Sotto i riflettori a Londra la solidità patrimoniale del gruppo in seguito alle cessioni: l'indicatore Solvency al 31 marzo scorso ha raggiunto il 168% con un aumento di 12 punti rispetto a fine 2014. Ora il focus si concentra soprattutto sulla crescita nel Vecchio Continente dove il gruppo triestino realizza il 90% del fatturato: «Siamo una società europea e ci rafforzeremo in Europa», ha detto il Ceo in assemblea. L'ultimo atto è stata la riorganizzazione delle attività in Germania dove dal primo aprile al timone c'è il triestino Giovanni Liverani che diventa l'uomo chiave del Leone per la gestione degli affari in un mercato dove il gruppo triestino è presente dal 1837 con una raccolta di 18 miliardi. Resta poi aperto l'obiettivo sull'Asia, soprattutto la Cina. Sul fronte del management a Londra emergerà il rafforzamento della squadra internazionale: recente l’ingresso di due nuovi manager alla guida di Asia e Americhe, rispettivamente Jack Lowell e Antonio Cassio.

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