Generali, Trieste perde lo status di direzione centrale "Ma la città resta casa nostra"

Ribadita nel corso dell'assemblea dei soci la volontà di rimanere nel capoluogo giuliano nonostante il cambio nello statuto dove la città perde lo status di "sede centrale". Confermata la necessità di vendere "asset non core"
Trieste, 28/04/2012, Stazione marittima. Assemblea degli Azionisti Generali. Shareholders' meeting.
Trieste, 28/04/2012, Stazione marittima. Assemblea degli Azionisti Generali. Shareholders' meeting.

Trieste resta «sede legale» di Generali, ma «perde» la denominazione statutaria di «direzione centrale» del Gruppo. Lo ha stabilito una modifica allo Statuto della società, approvato oggi in sede straordinaria dall’assemblea dei soci, che ha cancellato anche la denominazione di «sede secondaria» per Mogliano Veneto (Treviso). La decisione - che aveva sollevato nei giorni scorsi qualche preoccupazione dei sindacati - ha generato qualche «mugugno» anche tra i soci, alcuni dei quali hanno paventato l’allontanamento del Leone da Trieste in favore di altre città, in particolare a Milano, e pesanti ripercussioni sull’occupazione nel capoluogo giuliano. Paure che il presidente Gabriele Galateri e soprattutto il Ceo Group Mario Greco hanno voluto dissipare. «Non si sposta alcunchè - ha sottolineato Greco - ma si cancella soltanto una dizione organizzativa che risale al passato, non più rapresentabile». Il Ceo ha ricordato anche recenti incontri con il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, «con cui abbiamo discusso un programma di formazione per i dipendenti a livello mondiale - ha precisato - da fare tra Trieste e Venezia». La modifica degli articoli dello Statuto societario è legata alla riorganizzazione del Gruppo da 10 a tre società (Generali, Alleanza e Genertel), e all’inutilità di avere una «direzione centrale» nel capoluogo giuliano e una «per l’Italia» a Mogliano. Prima della votazione Greco ha voluto ribadire che Trieste «è casa nostra, e fa piacere tornarci dopo essere stati in giro per il mondo a lottare per la nostra società». E nonostante i mugugni, la modifica è passata con il 98,09% di voti favorevoli.

DEBITO Durante l'assemblea si è parlato anche di strategie future. «Dodici miliardi di debito sono troppi - ha detto l'ad Greco - e ci costano 750 milioni di interessi. Dobbiamo ridurre il debito e per farlo riduciamo gli asset. Lo faccio non perché sono napoletano (come sostenuto da un azionista, ndr) ma perché sono manager serio. Dobbiamo avere del capitale per garantire i nostri clienti. Oggi non abbiamo capitale sufficiente».

DISMISSIONI «Non vogliamo ricorre agli azionisti - ha poi precisato Greco - per migliorare la solvency o il patrimonio. Non è giusto, non è quello di cui la società ha bisogno, ma miglioreremo la solidità con le dismissioni di asset non core». «Non vogliamo vendere in fretta o vendere male», ha aggiunto il ceo a proposito delle dismissioni. Greco ha anche ribadito che la compagnia «non investirà in partecipazioni strategiche fuori dal core business assicurativo».

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