Geologia, le esplorazioni affascinano le ragazze

Nel 2015 le studentesse iscritte al Dipartimento erano appena 52, ora sono 75 e hanno quasi raggiunto i maschi 



La storia della geologia al femminile a Trieste ha una lunga tradizione. Risale ai tempi dell’Impero austroungarico, con Marta Cornelius-Furlani (1886-1974), triestina di nascita che fu la prima donna dottorata in geologia all’università di Vienna. Per aggirare i divieti del tempo, che non consentivano alle donne di portare avanti campagne scientifiche sul campo se non accompagnate da uomini, scelse i propri compagni di vita tra i colleghi di lavoro. Reputata fino a tempi relativamente recenti un tipo di studio prettamente maschile, la Geologia oggi viene scelta da un numero sempre crescente di ragazze. Nella laurea triennale di UniTs le studentesse sono in costante aumento: da 52 femmine e 87 maschi dell’anno accademico 2015/2016 si è passati a 67 femmine e 93 maschi per il 2016/2017 e a 75 femmine e 88 maschi per il 2017/18. Certo vi è ancora un certo squilibrio di genere nella laurea magistrale in Geoscienze ma a meno di un’improbabile inversione di tendenza in futuro anche qui i numeri tenderanno verso il pareggio di genere.

Il mondo della Geologia è sempre più al femminile: a coordinare il corso di laurea è una donna, Carla Braitenberg, e anche se le docenti sono ancora in minoranza rispetto ai colleghi «ce ne sono di molto valide, con carriere importanti alle spalle, che sono d’esempio per noi studentesse», dice Agnese Ciolli, all’ultimo anno della triennale in Geologia. «Il fatto che abbiano già affrontato lo stesso percorso anni prima e siano riuscite a farcela è motivante sia per le ragazze che per i ragazzi, avere delle docenti che vanno in missione in Antartide e portano a casa risultati importanti», sottolinea la studentessa. «Per arrivare all’obiettivo quello che conta è la determinazione - afferma Ester Colizza, ricercatrice e direttrice del Museo dell’Antartide di Trieste, che è andata più d’una volta in missione tra i ghiacci del polo Sud -. Quando ho iniziato l’università io, alla fine degli anni ’70, la Geologia era vista come una professione maschile e il geologo lo si immaginava col martello, mentre si arrampicava sulle montagne. All’epoca i maschi erano in schiacciante maggioranza, ma nel tempo la professione del geologo è cambiata: si va ancora a scavare tra i monti, e oggi ci sono anche tante donne che lo fanno, ma vi sono anche altri tipi di lavori, per esempio in ambito petrolifero. Conosco molte donne impiegate in questo campo, così come nel monitoraggio ambientale terrestre e marino, che non è un mestiere che ti fa stare dietro una scrivania. Anche nelle mie missioni in Antartide le donne non mancano. E oggi vi sono molti modelli femminili di successo cui le ragazze potrebbero ispirarsi, da Elisabetta Erba per la Micropaleontologia a Francesca Budillon per la Geomorfologia». Anche il simposio in programma oggi, sul tema della Idrogeologia del Carso e Geodesia è dedicato a una donna: la professoressa ed esperta di Geodesia Maria Zadro. —





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