Ghega, la fortuna del porto triestino

Quale sarebbe stato il destino di Trieste e del suo porto, se la città non fosse stata collegata al resto dell'Impero austro-ungarico tramite un capillare sistema ferroviario? Trieste, naturale sbocco sul mare dell'Austria, ha ricevuto grande impulso per le sue attività economiche dalla ferrovia che già nel 1857 congiungeva lo scalo giuliano con la capitale, Vienna. Le tappe salienti di questa importante infrastruttura sono state ripercorse durante un incontro organizzato dall'Associazione Italia-Austria - presente il console onorario d'Austria a Trieste Franco Gropaiz - e illustrate da Aldo Rampati, autore di un libro dedicato proprio al progettista di questa ferrovia, Carlo Ghega.
Un'opera fondamentale per l'economia di tutto l'impero asburgico, quella realizzata dall'ingegnere e architetto veneziano Carlo Ghega che riuscì a risolvere sapientemente il problema principale nella costruzione della Südbahn o ferrovia Meridionale: il superamento delle barriere montuose tra la pianura danubiana e l'Adriatico. Fra i numerosi progetti presentati, alla fine venne scelta la sua proposta di oltrepassare la catena alpina attraverso il valico del Semmering, costruendo locomotive che potessero sviluppare maggiore forza sui tratti in salita. Per far fronte alle crescenti richieste d'acqua da utilizzare per le locomotive a vapore, vennero realizzati numerosi acquedotti così da rispondere non solo alle necessità ferroviarie, ma anche alle esigenze della popolazione: l'acquedotto di Aurisina ne è l'esempio più evidente.
«Tutti a Trieste - ha ricordato Rampati - conoscono via Carlo Ghega, ma quasi nessuno ricorda chi sia costui o cosa abbia fatto per la città. Purtroppo Ghega non è l'unico personaggio storico che i triestini non conoscono. Forse bisognerebbe far conoscere di più tutte quelle persone che hanno lasciato un segno tangibile nella storia di questa città».
La manifestazione promossa dall’Associazione Italia-Austria ha voluto essere anche una dimostrazione di solidarietà nei confronti del Museo ferroviario, che versa in gravi difficoltà: ne è stata infatti organizzata una visita guidata nelle sale espositive.
Andrea Di Matteo
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