“Giallo” del fondo cassa Botta e risposta in Aula

Un abitante di Monfalcone vale per la Regione 768 euro di trasferimenti che, però, diventerebbero 858 se si spostasse solo di una ventina di chilometri, a Gorizia. Solo o soprattutto perché capoluogo di provincia e a prescindere dalle complessità che la città dei cantieri, dove il 18,5 per cento della popolazione è di origine straniera, si trova ad affrontare ogni giorno.
Nell’ultima seduta del Consiglio comunale, l’assessore alle Finanze, Francesco Martinelli, introducendo il documento del rendiconto di gestione 2013, ha sollecitato le forze di maggioranza e di minoranza a impegnarsi in modo compatto per chiedere alla Regione di mettere fine a questa disparità di trattamento.
Il consigliere di “Obiettivo Monfalcone”, Anna Maria Cisint, è però di tutt’altro opinione: a suo avviso, i soldi ci sono, ma il Comune li utilizza male. Vedi, ad esempio, i quasi 2,4 milioni di euro che sono stati vincolati per coprire «crediti ritenuti non esigibili, ma di cui, in realtà, non si è perseguita appieno la riscossione, sottraendo quindi risorse utili a ridurre la fiscalità».
La Cisint, quindi, ponendo altresì l’accento su fondi rimasti ancora inutilizzati, insiste su ciò che ritiene alcuni aspetti fondamentali: «Ciò che in primis ritengo gravissimo - esordisce - è la decisione di aver congelato delle risorse a copertura di mancati recuperi di quanto dovuto da una serie di contribuenti, senza tutte le verifiche del caso. L’amministrazione comunale, agendo in questo modo, non solo sottrae risorse importantissime per la collettività, soprattutto per ridurre la pressione fiscale, ma lancia anche il segnale, pericoloso, che si può anche non pagare, tanto non succede niente».
Rispetto al rendiconto di gestione, Anna Cisint considera invece gravi altri due elementi: «Lo scorso anno il Comune è uscito dal vincolo di Patto e quindi quest’anno sarà penalizzato rispetto agli spazi finanziari - dice -. Di fatto, avrà meno possibilità di effettuare investimenti. Ritengo, inoltre, inaudito il fatto che il Comune non sapesse quale fosse il fondo cassa, perché questo è quanto successo, quando il tesoriere ha reso noto il conto entro la fine di gennaio per 13 milioni di euro e nessuno si è accorto che il tesoriere aveva un altro contro per altri 2,5 milioni di euro su cui erano finiti gli incassi della Tares».
L’assessore Francesco Martinelli, da parte sua, replica: «Il Patto di stabilità è stato rispettato, anzi, l’ente ha superato in positivo i propri obiettivi di Patto e l’eventuale penalità per essere stati “troppo bravi”, comunque, non rallenterà il piano di investimenti dell’ente».
Quanto all’altro aspetto sollevato, l’assessore alle Finanze aggiunge: «La contestazione espressa dal consigliere Cisint non sussiste, in quanto si tratta comunque di fondi del Comune, che hanno semplicemente subito una diversa contabilizzazione».
Martinelli sottolinea, comunque, che in base ai dati del conto consuntivo 2013, la pressione fiscale pro capite è diminuita, come pure l’indebitamento e il costo del personale. L’assessore, come ha fatto in Consiglio comunale, difende anche la decisione di vincolare 2,348 milioni di avanzo per la copertura dei crediti inesigibili, ritenuta un’indispensabile azione di messa in sicurezza del bilancio: «C’è in ogni caso un avanzo svincolato di quasi due milioni di euro - rileva - che verrà reinvestito nell’interesse della cittadinanza, nel modo che il Consiglio avrà modo di esprimere con il bilancio di previsione 2014».
Intanto l’assessore Martinelli nell’ultimo Consiglio ha posto in particolare l’accento sui minori trasferimenti dalla Regione rispetto a Gorizia: «Si tratta di 2,2 milioni di differenza - ha detto - che permetterebbero all’ente locale di eliminare l’addizionale Irpef e di ridurre l’Imu».
Da qui l’assessore ha chiesto espressamente un «impegno politico a livello superiore alle forze di maggioranza e di opposizione in questo senso, se davvero esiste interesse a rappresentare e difendere Monfalcone».
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