Giardino pubblico chiuso a partire da lunedì

Da lunedì, per tre giorni consecutivi, il giardino pubblico Muzio de Tommasini chiuderà l’accesso al pubblico per consentire un intervento di manutenzione e pulizia generale. Lo ha comunicato ieri il Comune. «Si tratta di un intervento consistente di manutenzione del verde – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Elisa Lodi – che facciamo sempre anche per una questione di igiene pubblica».
Sfalcio dell’erba, pulizia e raccolta delle foglie sono i compiti principali di cui dovranno occuparsi gli operatori. «La pulizia – specifica comunque l’assessore – viene fatta costantemente ma siccome il Giardino è tra i siti inquinati, dobbiamo usare le misure precauzionali, per questo vengono utilizzate delle speciali tecniche come da normativa». E in più, tra le motivazioni di questa decisione, c’è anche la vastità del giardino che impone una pulizia approfondita e veloce a porte chiuse. Per questa operazione viene sfruttato l’appalto dedicato alla manutenzione dei giardini inquinati, finanziato con contributi della Regione pari a un totale di 300mila euro. Lodi annuncia anche che è in fase di preparazione la procedura per avviare la gara riguardante il fitorimedio, le “super piante” capaci di assorbire i veleni ovvero il mezzo predisposto per bonificare i sette giardini inquinati individuati a Trieste. Questi pezzi di terra, in cui l’Arpa ancora nel 2016 aveva rinvenuto sostanze cancerogene ben al di sopra dei limiti di legge, sono: piazzale Rosmini, il Miniussi di Servola, il de Tommasini, gli spazi all’aperto di due scuole, dell’infanzia ed elementare, cioè il “don Chalvien” di via Svevo e la “Biagio Marin” di via Praga a Servola. E, sempre nello stesso rione, i cortili della chiesa San Lorenzo e dell’Associazione amici del presepio in via dei Giardini. In queste aree verdi erano spuntate contaminazioni elevate di benzopirene, benzoantracene e benzofluorantene e altre sostanze. Verrà utilizzato il metodo “green”, a cominciare dal Giardino pubblico. Già concluse le azioni di risanamento nelle due scuole. Il fascicolo giardini inquinati era stato discusso a un tavolo apposito composto da Regione, Asuits, Università di Trieste e Comune, avvallato poi da Roma. Infatti, ottenuto il via libera dell’Istituto superiore di sanità, l’insieme di enti aveva dato mandato al Comune di avviare i lavori.
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