Ginevra si dedicherà alla biomedica per costruire protesi ortopediche

Ginevra Medeot, 22 anni, laureata alla triennale in Ingegneria meccanica, originaria di Grado, si è trasferita a Trieste ormai da tre anni per seguire l’università. A ottobre riprenderà la magistrale...

Ginevra Medeot, 22 anni, laureata alla triennale in Ingegneria meccanica, originaria di Grado, si è trasferita a Trieste ormai da tre anni per seguire l’università. A ottobre riprenderà la magistrale in Ingegneria biomedica.

Da dove nasce questa passione per tale materia?

Sono sempre stata affascinata dall’Ingegneria, volevo scoprire i meccanismi degli oggetti, che spesso diamo per scontato. Dallo spazzolino elettrico alla macchinetta del caffè, in ogni cosa che abbiamo a casa c’è sempre una mente dietro, che ha realizzato queste cose. Fin da piccola mi sono sempre fatta tante domande.

È stato un percorso facile?

Non tanto, alcuni esami sono stati difficili e poi la mole di studio che c’è ti isola un po’ dal mondo, ho cercato di dividermi tra l’università e gli amici perché volevo godermi questa bellissima città. Per questo voglio rimanere a Trieste. Non mi sembra ancora vero di aver terminato. Comunque è stata una soddisfazione.

In che cosa ha fatto la tesi?

In Progettazione di protesi per la spalla e da qui nasce il cambio di corso che affronterò alla magistrale per la biomedica, ho scoperto di essere molto interessata alla robotica e a tutta la medicina.

Visto che a Trieste ci sono diversi enti scientifici occupati proprio in questo campo, pensa di rimanere qui?

Sì, anche il nostro ateneo triestino lo ritengono tra i più importanti a livello scientifico in Italia. Mi piacerebbe lavorare ad esempio per qualche azienda di prototipazione di protesi. Ho ancora molta strada da fare, non ci ho ancora pensato bene.

La sua famiglia l’ha sempre sostenuta?

Sì, anche all’inizio quando ho finito il liceo. Ho ricevuto pieno supporto, mi hanno lasciato fare quello che volevo. Alla fine forse per loro è stata maggiore la soddisfazione che per me.

C’è qualche parente che lavora in questo settore?

No, infatti sono stati tutti molto sorpresi dalla mia scelta.

Vorrebbe andare all’estero?

Sì, alla magistrale vorrei andare in Germania con l’Erasmus e anche magari fare poi lì, in seguito, un master.

Ha già avuto modo di fare un po’ di pratica?

Sì, abbiamo fatto dei laboratori di meccanica, non usando le strumentazioni perché non eravamo idonei, ma abbiamo anche fatto visite e workshop in aziende, cose utilissime da fare.

Nel vostro Dipartimento qual è la percentuale di donne?

Nel mio corso su 80 ragazzi eravamo forse dieci le ragazze.

Perché secondo lei?

Credo che molte ragazze pensino che queste materie siano più maschili, ma dobbiamo metterci più in gioco. È un campo ancora segnato dai pregiudizi.

Benedetta Moro



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