Gioielli e soldi spariti, badante incastrata

Si chiama Cinzia Cocolet, 50 anni, badante. Fino a pochi giorni fa, quando inevitabilmente è stata licenziata.
È finita nei guai per aver svaligiato la casa dei suoi datori di lavoro, Liliana M. e Giuliano C.. L’altra mattina i poliziotti del commissariato di San Sabba su ordine del pm Federico Frezza - sono andati a perquisire la sua abitazione in via San Giovanni Bosco. E hanno trovato in poco tempo il bottino in parte a casa e in parte da un comprooro in centro città.
L’elenco merita di essere riportato: un bracciale, un girocollo, una catenina e un paio di orecchini, tutto in oro giallo; poi una ventina di medagliette d’oro sulle quali era stata riprodotta l’immagine di un pesce, quattro orologi di valore, due ciondoli e anche due vere. Ai coniugi erano stati anche rubati 700 euro in banconote.
A denunciare il “raid” era stato il proprietario della casa dove Cinzia Cocolet prestava servizio. Lo ha fatto il 1 settembre scorso. Praticamente il «bottino» era misteriosamente scomparso. Un fatto praticamente impossibile se si pensa che l’uomo viene descritto come una persona particolarmente precisa e meticolosa. Gli ori e il denaro erano custoditi in vari cassetti e nella cassaforte collocata nella camera da letto.
Sono scattate subito le indagini riferite a tutte le persone che negli ultimi tempi hanno frequentato la casa. Gli investigatori hanno interrogato alcuni vicini ma sono anche andati ad acquisire i registri di alcuni comprooro con il negozio in centro. E appunto hanno scoperto che alcuni pezzi erano stati recentemente portati lì proprio dalla badante Cinzia Cocolet. Poi il cerchio si è stretto. La donna è accusata di furto aggravato messo a segno proprio approfittando del suo ruolo di badante. Un ruolo che le ha consentito fin dal 16 luglio, il primo giorno di lavoro, quando era stata assunta, di girare liberamente in tutte le stanze.
Ma il nome di Cinzia Cocolet non è nuovo alle cronache giudiziarie. Nel 2007 era stata condannata a nove mesi di carcere senza condizionale, perché ritenuta responsabile di tre furti avvenuti all’interno della residenza per anziani «Diamante» di via XXX ottobre in cui lavorava. Vittime i colleghi e anche due ospiti della casa di riposo. Ai primi, secondo l'accusa, aveva sottratto 2500 euro che rappresentavano parte degli stipendi che Gianna Paucich, direttrice della cooperativa sociale 'Europa Uno', aveva riposto nella cassetta di sicurezza della segreteria. Il colpo era stato messo a segno il 25 settembre 2004: cassetta forzata e soldi volatilizzati. Già in precedenza all’interno della casa di riposo erano ripetutamente scomparsi dal congelatore, dal frigorifero e dalla dispensa un certo numero di confezioni di generi alimentari che dovevano servire per i pasti e le «merende» degli anziani ospiti. Piccole cose, ma comunque furti. Era suonato così un primo campanello di allarme. «Qualcuna ruba». L'11 ottobre 2004 il primo prelievo furtivo: cinque euro erano usciti nottetempo dal portafoglio di un’anziana. Sembrava fatta. Ma la polizia non aveva fatto in tempo a intercettare in strada l’infermiera del turno di notte. Il 20 novembre un nuovo furto: 20 euro già fotocopiati erano stati sfilati dal borsellino di un’altra donna ospitata nella casa di riposo. Anche in questo caso il prelievo era stato effettuato di notte, quando l'unica infermiera presente era proprio la principale sospettata. La polizia era arrivata in tempo e Cinzia Cocolet era stata presa con le mani nel sacco. Addosso, nel corso della perquisizione effettuata in Questura, gli investigatori le avevano trovato addosso la banconota da 20 euro che era già stata fotocopiata.
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