Giù la casa-baracca di via Commerciale

Disposta la demolizione del mini ecomostro conosciuto dagli abitanti della zona come “ranch”

È iniziato il conto alla rovescia per demolire un piccolo eco- mostro tutto nostrano, meglio noto come il “ranch”. Si tratta di una vecchia baracca con annesso orto – giardino, situata in via Commerciale fra il binario della tranvia Trieste – Opicina e la via stessa, poco prima dell'incrocio con via degli Olmi e della svolta a destra che immette in strada Nuova per Opicina per chi proviene da città.

Lo chiamano il “ranch”, ma il suo aspetto desolante si discosta alla grande da quelli americani, dove i bovini pascolano liberamente e i cavalli si muovono in ampi recinti. Ora il Comune di Trieste sta per iniziare i lavori di demolizione di questa assurda baracca abusiva che fino a due anni fa circa era l’abitazione di uomo che il giorno di Pasquetta del 2013 venne trovato privo di vita, fulminato da un malore. Purtroppo un copione già visto, dal momento che già il 28 novembre 1994 era perita in circostanze analoghe e nel medesimo luogo anche una delle due sorelle del proprietario. «Abbiamo individuato la ditta - afferma l’assessore Elena Marchigiani, che provvederà a demolire questa costruzione fatiscente, ma prima bisognerà procedere con un intervento di bonifica. Quindi si proseguirà con un'azione di ripristino ambientale».

Il proprietario si chiamava Aurelio Antonazzi, classe 1930, dal passato misterioso: in zona non amano parlare di questa situazione che si protrae da più di quarant'anni e c'è chi lo ricorda come bigliettaio o addirittura autista sugli ultimi autobus della Carsica, nei primi anni Settanta, prima della vendita della stessa al Comune. Non avendo accettato di essere assunto dal servizio Trasporti dell'Acegat, l’uomo acquista invece un furgone di color bianco con il quale inizia a vendere verdure al valico internazionale di Rabuiese. Un’attività che lo occuperà per diversi anni.

Ma c’è pure chi afferma che un tempo egli girasse con un grande motocarro grigio per raccogliere metalli da rivendere. Nello stesso periodo rinuncia anche ad un appartamento messogli a disposizione dallo Iacp nel rione di Borgo San Sergio, preferendo vivere isolato dal mondo, in mezzo alla natura: così si stabilisce nell'attuale sito di via Commerciale. Gli abitanti della zona raccontano come le istituzioni abbiano cercato invano d'intervenire più di una volta per sanare questa situazione, ma anche come siano state respinte in malo modo, con una fitta sassaiola da parte dello stesso Aurelio. Una costruzione di fattura completamente artigianale, del tutto abusiva, edificata su un appezzamento di proprietà dello stesso Antonazzi. Ciononostante da qualche anno il ranch risulta contrassegnato da un numero civico: via Commerciale 173/1. Ora finalmente si è giunti all'epilogo di questa triste storia e presto non ci sarà più traccia di questo scempio perpetrato ai danni della natura, che è pure un pessimo biglietto da visita per le migliaia di turisti che ogni anno salgono sul tram di Opicina. (a.d.m.)

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