Gli 800 soldati sloveni “bocciati” all’esame Nato
Erano destinati alla missione Kfor in Kosovo ma non sapevano neppure muoversi
su un campo di battaglia. In sei hanno avuto congelati i piedi per gli anfibi inadatti

LUBIANA. Una figuraccia. È quella rimediata dai soldati della 72.a brigata (Mariborska) dell’Esercito della Slovenia. Slovenia che entro il 1° aprile avrebbe dovuto mettere a disposizione della Nato almeno 800 soldati perfettamente operativi. Ma quello che il valutatore bulgaro dell’Alleanza atlantica ha visto nell’area addestrativa di Poček assomigliava di più a uno scherzo del 1° aprile. Secondo i metodi valutativi “Creval” della Nato, infatti, i soldati non sapevano neppure muoversi su un campo di battaglia. L’equipaggiamento di recente reso disponibile dal ministro della Difesa Andreja Katič si è dimostrato addirittura pericoloso per la salute dei soldati stessi.
Quando la scorsa settimana il valutatore bulgaro dell’Alleanza atlantica, assieme al generale Alenka Ermenec dell’Esercito della Slovenia, ha iniziato la sua valutazione a Poček dell’unità da combattimento del 72° battaglione, secondo alcuni testimoni e come riportato dal portale 24ur.si, si sarebbe letteralmente messo le mani nei capelli. I soldati sloveni non solo non hanno raggiunto la capacità operativa richiesta, ma si è dimostrata al momento addirittura l’incapacità per un lavoro serio. La valutazione iniziata martedì della scorsa settimana si è conclusa nella giornata del venerdì successivo e gli effettivi della 72.a brigata, nonostante si fossero addestrati oltre che a Poček anche in Cechia, Germania, Ungheria, Romania e Bulgari a Georgia non hanno superato l’esame della Nato.
Secondo informazioni confermate dallo Stato maggiore dell’esercito, sei soldati che hanno partecipato alla valutazione sono dovuti ricorrere alle cure mediche a causa dell’assoluta inadeguatezza degli anfibi loro forniti nell’equipaggiamento che hanno determinato il congelamento dei piedi. Anfibi che nel corso dell’addestramento pre “esame” Nato avevano già dimostrato i propri limiti con numerosi soldati ai quali si erano staccate le suole e avevano cercato di rimediare di reincollare le stesse allo scarpone.
La valutazione a Poček era solamente il primo passo sulla lunga strada per rispettare l’impegno di sviluppo a medio termine dell’Esercito della Slovenia approvato dal Parlamento. Documento attorno al quale girano gli interessi se acquistare nuovi blindati modello Patria oppure Boxer mentre nessuno si preoccupa dei soldati che in quei blindati dovranno operare. Il gruppo da combattimento che ha fatto la brutta figura è stato formato nel 2016 ed è costituito da 800 dei complessivi 6.772 dell’Esercito. In dotazione ha gli Hummer 4x4, i Valuk 6x6 e gli Svarunov 8x8. Hanno fucili automatici con lanciagranate, mitragliatrici da combattimento e sistemi anticarro Spike.
Questi soldati appena “bocciati” dalla Nato avrebbero dovuto in aprile sostituire i propri colleghi sloveni del 36esimo contingente operativo nella missione Kfor. Ma vista la magra figura adesso si sta seriamente valutando di trattenere quei soldati in Kosovo. E pensare che, secondo il comandante della 72esima brigata Maribor, generale Franc Koračin i soldati di questo gruppo sarebbero dovuti andare in missione Nato in Libano, Afghanistan e Lettonia. «Il ministro Andreja Katič non è stata informata dallo stato maggiore dei risultati della valutazione Nato della 72esima brigata. Ed è altrettanto arrabbiata che dell’esito siano stati informati prima alcuni media piuttosto che la sua persona di ministro», si legge nella nota del ministero della Difesa che precisa come martedì scorso il ministro era a Maribor e lì nessuno le aveva prospettato problemi.
Tra il ministro Katič e il capo di stato maggiore generale Andrej Osterman da tempo non corre buon sangue e l’episodio relativo alla bocciatura del 72esimo battaglione da parte della Nato è la goccia che farà traboccare il vaso. Anche se gli anfibi e le mimetiche è stato il ministro stesso ad acquistarle poco tempo fa. Propendiamo per il concorso di colpa.
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