Gli acquirenti ci ripensano all’ultimo: salta la vendita del Distretto militare di Trieste

Annullato il preliminare da 2,3 milioni sottoscritto dagli investitori triestini della Sweet Home Suites. Dietrofront provocato dal ritardo di pochi giorni nell’iscrizione al Tavolare di una servitù di passaggio

TRIESTE Torna sul mercato l’ex Distretto militare di via del Castello. È venuto meno il contratto preliminare da 2,3 milioni di euro sottoscritto lo scorso 19 giugno tra la società triestina Sweet Home Suites e la Cdp Investimenti Sgr, che ha in gestione la parte immobiliare della Cassa Depositi e Prestiti. Un colpo di scena che costringe ora a ripartire da zero.

A tirarsi indietro, come detteè , è stata la Sweet Home Suites, srl costituita dalla Ridesa Holding (con il 45% delle quote) - una società con sede in via San Nicolò 10 che vede come amministratore unico e legale rappresentante il triestino Riccardo Del Sabato, figlio dell’ex presidente della Triestina - e da altri tre soci: Marzio Lorenzini (45% delle quote), Guglielmo Reggio (5% delle quote) e Mario Bucher (5%). La società acquirente aveva vincolato la compravendita all’intavolazione di una servitù di passaggio, che avrebbe poi dovuto innescare il rogito e la registrazione dell’atto di compravendita. Quella servitù, alla fine, è stata sì concessa immediatamente, ma è stata iscritta all'Ufficio Tavolare con qualche giorno di ritardo rispetto alle previsioni. «Purtroppo per pochi giorni è saltato il preliminare, - conferma Aaron Ravalico dell'immobiliare Il Quadrifoglio che sta curando la messa sul mercato di quell'immobile - un breve ritardo che ha dato modo agli acquirenti di ripensarci».

Pochi giorni di ritardo, sembra otto, avrebbero insomma fatto saltare inaspettatamente il tavolo delle trattative. E così è andato in fumo il progetto degli imprenditori triestini, che puntavano a trasformare l’ex Distretto militare in una struttura ricettiva, albergo o residence di lusso, con annesso ristorante.

Chi abita in zona non vedeva l'ora che il grande complesso vebisse nuovamente valorizzato. Dopo l'annuncio della sottoscrizione del preliminare, si attendeva giorno dopo giorno, l'avvio del cantiere e l'inizio dei lavori. Invece, ora, arriva la notizia del nulla di fatto anche se sembrano esserci in corso trattative con alti possibili acquirenti.

L’immobile è importante, la location di pregio anche dal punto di vista turistico. Può attrarre sia l’interesse di chi intende trasformarlo in ricercate residenze, sia di chi pensa di realizzare in una struttura ricettiva di tipo turistico. La regia della vendita del bene, con l’obiettivo di una sua valorizzazione, è in mano alla Cdp Investimenti Sgr che ha in gestione la parte immobiliare della Cassa Depositi e Prestiti. Il complesso immobiliare formato da quattro edifici e da un cortile interno, evoca in molti triestini ricordi legati al servizio di leva, perché lì si facevano visite e tre giorni. È dichiarato di notevole interesse storico ed artistico, risulta agli atti “bene culturale” e di conseguenza l’esecuzione di opere e lavori di qualunque genere è subordinata all’autorizzazione della Soprintendenza. Il cambiamento di destinazione d’uso deve essere comunicato alla stessa Soprintendenza, la quale deve verificare sia compatibile con il carattere dell’immobile e che non crei danni alla sua conservazione. I vincoli potrebbero spaventare e allontanare qualche investitore, ma l'agenzia che ne cura la compravendita assicura che sono ostacoli superabili, gestibili.

L’immobile fu l’antica sede della curia vescovile, venduta nel 1785 alle autorità governative che lo trasformarono in un ospedale con annesso il Pio Istituto per gli orfanelli. Nel 1841 il nosocomio venne trasferito nel nuovo ospedale Maggiore e l’ex vescovado divenne un Ospizio per gli alienati. L’anno successivo il Comune vi installò una Scuola di Agraria e nel 1852 il vescovo Bartolomeo Legat creò in quagli spazi il Seminario dei chierici, che durò fino al 1872 quando venne ubicato nel sito l’Istituto Magistrale femminile. Divenuto poi un ufficio dei vigili municipali, l’edificio fu anche teatro di un sanguinoso fatto di cronaca ricordato ancora oggi su una lapide: l’uccisione di Angelo Cattaruzza, avvenuta il 31 dicembre del 1925, per mano di rapinatori. Nel 1932 la struttura fu infine trasformata in Distretto militare, che operò fino a ventidue anni fa - vale a dire al 1995 - quando venne definitivamente chiuso.

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