Gli edicolanti alzano la voce «Clienti e istituzioni ci aiutino»



Entro fine anno a Trieste ne chiuderanno quattro. E un’altra decina è in vendita. La crisi delle edicole continua e oggi i titolari di chioschi e negozi daranno vita ad un’insolita protesta: per un paio d’ore non venderanno i giornali, limitandosi a fornire altri articoli come valori bollati, caramelle o prodotti da cartoleria. Uno sciopero che rientra nella mobilitazione nazionale proclamata dal sindacato nazionale dei giornalai Sinagi (affiliato alla Slc Cgil), che culminerà stamane con un presidio nella capitale, a conclusione del percorso di raccolta di firme a sostegno dell’appello nazionale al presidente del Consiglio e al Presidente della Repubblica per destinare alle edicole una parte del finanziamento pubblico per l’editoria.

Da settimane i clienti delle edicole sono stati sensibilizzati in questa raccolta di firme – oltre un migliaio quelle dei triestini – che oggi verranno consegnate a Roma da una rappresentante del sindacato, Elisa Stanci, titolare del rivendita di piazza dell’Ospitale. «Diversi i fattori che incidono su queste difficoltà: il calo delle vendite di quotidiani, settimanali e mensili - spiega il presidente regionale e provinciale Sinagi, Davide Del Cielo – ma anche la possibilità di abbonarsi online, l’abitudine di molti di informarsi solo attraverso i social media, e infine la vendita dei giornali nella grande distinzione». Un fenomeno, quest’ultimo, che Trieste sta iniziando a toccare con mano, con il timore che aumentino le vendite di giornali nei grandi supermercati, a discapito, ovviamente, delle più piccole edicole. «Il nostro appello – avverte Stanci – è rivolto anche ai lettori, affinché tornino ad acquistare i giornali nelle edicole, le uniche capaci di garantire un servizio personalizzato e puntuale». Qualche esempio? L’edicolante di fiducia può mettere da parte gli inserti, a segnalare l’uscita di un mensile di niccchia, indicare le novità sul mercato che possono appassionare i clienti affezionati. «La grande distribuzione e l’online questo non lo fanno - sottolinea -: i lettori ci aiutino riscoprendo le edicole». Per Michele Lamanna, edicolante di via Pascoli, «lo sciopero servirà a sensibilizzare anche chi spesso non si rende conto delle difficoltà nelle quali versano le edicole».

Oggi per restare sul mercato i giornalai sì sono dovuti reinventare, trasformandosi in bazar dove comprare un po’ di tutto: dai gonfiabili per il mare alle infradito, dalle t-shirt con il logo di Trieste ai peluches. I referenti locali di Sinagi hanno chiesto un incontro all’assessore comunale al Commercio, Serena Tonel. «Avanzeremo la proposta di trasferire alle edicole la possibilità di offrire alcuni servizi dei centri civici, un modo comunque per attrarre nuovi clienti nei nostri punti vendita», anticipa Del Cielo. Le edicole, conclude il Sinagi, sono«un luogo di incontro quotidiano che da sempre rappresenta una lanterna accesa sul vissuto delle città, grandi e piccole, nei centri storici e nelle periferie». Assicurare la loro attività significa, dunque, tutelare dei presidi di socialità. –



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