Gli indignati anti-galli all’attacco
di Fabio Malacrea
STARANZANO
Gli “indignati” di Staranzano non ci stanno a passare per visionari o, peggio, per nemici degli animali. Quei galletti della fattoria Feruglio, dicono, rendono la vita impossibile a decine di famiglie, a un centinaio di persone, assai più dei trenta firmatari della petizione per mettere la sordina ai pennuti. E così il Comitato anti-galli se la prende non tanto con i galli colpevoli di sparare il loro “chicchiricchì” non solo all’alba ma a tutte le ore della notte, ma con il sindaco e i poteri forti che snobbano il disagio dei cittadini.
Sono agguerriti, gli “indignati”. Ce l’hanno con il sindaco e il Comune di Staranzano «che ci avevano dato speranze - dicono - e che invece non ci sono stati di alcun aiuto nella diatriba. Ora abbiamo capito come la pensa Presot e il perchè dei ritardi», aggiungono. Ce l’hanno con la titolare dell’azienda Feruglio «che già il 4 aprile del 2007 ci aveva risposto con una lettera di scuse annunciando lo spostamento della maggior parte dei galli, cosa effettivamente avvenuta, come pure in questi ultimi giorni - precisano -, se non fosse che la quiete è durata ben poco». Ce l’hanno anche con il consigliere regionale del Pd Giorgio Brandolin da cui si sentono ingiustamente derisi. «Venga qui - dicono - e capirà che i nostri non sono certo discorsi da “privata”».
La questione dei galli, insomma, per gli “indignati” non va buttata in farsa. «C’è chi va a dormire con i tappi alle orecchie - spiegano -, chi è costretto a ricorrere ad ansiolitici. Sono evidenti - aggiungono - l’arroganza e la prepotenza padronale dimostrate. Vogliamo chiudere con questa storia? Contiamo su un ripensamento dei responsabili ai quali ricordiamo che l’articolo 659 del Codice penale prevede sanzioni per chi disturba l’occupazione e il riposo delle persone, le quali hanno pure diritto al risarcimento del danno biologico».
«Il sindaco ha detto che la fattoria Feruglio è arrivata ben prima delle nostre case - continuano gli “indignati” -? Gli ricordiamo che il precedente titolare della fattoria, che ricordiamo tutti con affetto, aveva venduto i terreni per costruzioni civili garantendo che nessun tipo di allevamento sarebbe rimasto in loco, solo una cantina. Tutti noi, peraltro, abbiamo girato l’Italia ma nessuno si è mai trovato di fronte a un caso analogo, un allevamento in pieno centro cittadino. Prendano esempio da Doberdò, il sindaco e la fattoria, dove c’è un allevamento di pennuti ma a due chilometri dal paese. Oppure dal Comune di San Canzian dove è in vigore un’ordinanza che vieta allevamenti in ambito comunale che superino la presenza di un suino, cinque galline e altrettanti conigli per ogni famiglia, e vieta di tenere animali che, spiecie di notte, arrechino disturbi al vicinato». Gli “indignati” «invitano quindi il sindaco Presot a scendere dal suo piedistallo e a girare per la sua città, magari accompagnato dal comandante dei vigili urbani. Si fermi per un’oretta in via Spazzapan, magari di notte, e ascolti bene il continuo e ininterrotto canto dei galli. Ben venga la fattoria didattica, il pulcino che nasce “in diretta”. La facciano pure, ma per carità non sotto le nostre finestre».
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