Gli ulivi secolari condannati dal “colosso”

SAN DORLIGO. «Vede, questi ulivi li ha piantati mio nonno. Hanno più di cent’anni. Ora vogliono distruggerli per 800 euro». Oscar Zobec, 67 anni, assieme al gemello Srecko, indica con orgoglio e preoccupazione le cinque splendide piante che da oltre un secolo hanno messo le radici nel terreno di famiglia, una “campagnetta” di 3.500 metri quadrati a Bagnoli della Rosandra, non molto lontano dall’ex Grandi Motori.
Quelle piante, che oltre a essere uno spettacolo della natura hanno anche la capacità di produrre ciascuna 15 litri di olio, hanno il destino segnato. La società Snam Rete Gas, infatti, ha in programma il rifacimento del tratto finale del metanodotto denominato “Grandi Motori-Variante 200” nel comune di San Dorligo della Valle: la nuova struttura passerà proprio sotto il terreno agricolo della famiglia Zobec, oggetto di esproprio. «A essere coinvolte saranno quattro distinte particelle. Hanno deciso che bisogna creare un nuovo raccordo del gas da collegare alla Wärtsilä e pare sino a Muggia. Questa storia va avanti da oltre un anno. Sono molto preoccupato perché non ci vogliono ascoltare» spiega Oscar Zobec. Proprio lui, con un altro cittadino colpito dall’esproprio, ha suggerito un’alternativa alla Snam che avrebbe comportato uno spostamento di soli cento metri.
«Lo scorso settembre la Snam ha inviato due tecnici che hanno fatto tutte le misurazioni del caso, tenendo conto delle indicazioni da noi fornite, e sembrava davvero che le cose potessero andare per il meglio perché ci era stato detto che l’idea era valida» spiega Oscar. Lo scavo avrebbe avuto sempre una larghezza di 14 metri come previsto dalla Snam. Ma l’iniziale ottimismo è stato presto stroncato: «In un incontro a cui ha preso parte anche il Comune, l’azienda che vuole creare il nuovo raccordo del gas ha detto che per motivi geologici gli scavi non potevano essere spostati di cento metri: quando ho chiesto assieme all’Alleanza Contadina delucidazioni su cosa si intendesse per “motivi geologici” e su cosa comportasse lo spostamento di soli cento metri, ma non mi sono state fornite risposte».
Di recente, però, l’esproprio è stato confermato da una raccomandata inviata dalla Regione al cittadino di Bagnoli, in cui si evinceva la pubblica utilità dell’intervento. E come in ogni esproprio che si rispetti è stata avanzata la contropartita economica: 800 euro. «Quando ho spiegato che la cifra era irrisoria mi è stato detto con arroganza che era meglio che accettassi, altrimenti, facendo opposizione, il lavoro sul mio terreno si sarebbe comunque svolto, con la differenza che la contropartita economica finale sarebbe stata abbassata» commenta Zobec.
La questione principale, ovviamente, oltre ai disagi dei lavori, riguarda il futuro degli ulivi secolari: «Gli alberi morirebbero, anche se la Snam dice che basterebbe ripiantarli. In realtà non è così. È il motivo per il quale sto cercando di porre resistenza a questa situazione che coinvolgerebbe anche il pozzo presente nel mio terreno». Tra una decina di giorni si svolgerà una Conferenza di servizi in Regione che dovrebbe fare chiarezza sulla vicenda. L’assessore all’Ambiente del Comune di San Dorligo della Valle, Franco Crevatin, fa capire però che la storia degli ulivi di Zobec non sarà a lieto fine: «Evito troppi giri di parole, quindi credo che sia il caso che il nostro concittadino si metta il cuore in pace. La servitù di passaggio che dovrà essere installata nel suo terreno è necessaria e un suo spostamento, purtroppo, non è plausibile. La struttura collega il gas sino a Muggia: purtroppo, dopo aver parlato più volte con la Snam, non sono state trovate altre soluzioni valide al progetto iniziale». Ma perché non accettare il piano proposto da Zobec? «Quella proposta creerebbe più danni rispetto a quella della Snam lo dico per cognizione di causa, da tecnico. Capisco la protesta di Zobec ma non ci sono grandi spazi di manovra. Quei lavori vanno fatti e confido che gli ulivi potranno essere ripristinati» conclude Crevatin.
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