Gloria Guida a Lignano così è nata un’icona sexy

di Paolo Lughi
Era l’estate del 1973, quarant’anni fa. Si era in pieno decennio dell’”impegno”, ma anche a metà strada fra l’estate ye-ye anni ’60 di “Sapore di sale” (Gino Paoli), e quella effimera anni ’80 di “Sapore di mare” (i Vanzina). E mentre negli Usa usciva di soppiatto nei cinema “American Graffiti” di George Lucas, in Italia nasceva proprio nella nostra regione, a Lignano Sabbiadoro, il mito (perché di mito internazionale si tratta) di Gloria Guida, una delle massime icone sexy del cinema popolare italiano.
Dopo Ferragosto iniziavano infatti nell’allora rampante località balneare (che quell’estate toccò il record insuperato di 6 milioni di presenze, e che per la prima volta veniva trasformata in set), le riprese de “La ragazzina”. Era la storia di una bellissima liceale contesa un po’ da tutti (compagni di scuola, il prof di storia dell’arte, un avvocato amico di famiglia), prodotta dalla Roma International Film, diretta dal regista Mario Impéroli e sceneggiata dal veterano Arpad de Riso. Primo ciak a Pineta, davanti a una struttura termale reinventata come scuola, in cui il vigile ferma il traffico per far passare la studentessa Monica (Gloria Guida), accompagnata fin là in “Dune Buggy” dal fidanzato riccone. Anche se il traffico si sarebbe fermato lo stesso al passaggio di una ragazza così alta, con i capelli così lunghi e così biondi, oltretutto in vistosa microgonna. “Un misto fra la Bardot e la Bouchet” avrebbero scritto i fan della giovane meranese, che già in questa prima prova si dimostra molto spigliata, ma soprattutto straordinariamente cinegenica. Insomma, a Lignano in quell’estate del ’73 nacque una stella.
«In realtà ero timidissima, mi vergognavo, non avevo mai visto prima di allora una cinepresa», ci confessa al telefono Gloria Guida, felice (anche se un po’ sorpresa) di ricordare il debutto che le dischiuse una carriera popolarissima, con ben 33 film girati successivamente in pochi anni. La Guida infatti sarebbe diventata nel ’75 “La liceale”, dando l’avvio a una delle serie più seguite di quel periodo, dopo essere stata “La minorenne” nella sua seconda pellicola (’74). E nel 2003 fece scalpore la notizia che nell’Iraq appena liberato dagli americani, la popolazione maschile di Bagdad facesse la fila per vedere al cinema proprio “La liceale”, con la Guida censurata sui manifesti
«All’inizio delle riprese de “La ragazzina” non avevo ancora compiuto 18 anni – dice – e mio padre dovette firmare una liberatoria». Infatti Gloria Guida è stata la prima giovanissima a essere subito protagonista nelle commedie di quegli anni, diventando il baricentro adolescente di questo immaginario, costituendo un’alternativa alle più adulte Fenech e Antonelli, e anticipando la coetanea Muti, esplosa un anno più tardi, nel ’74, con “Romanzo popolare”.
«Quel mio primo ciak nacque per caso», ricorda Gloria Guida. «Avevo esordito fin da bambina come cantante a Bologna, con la maestra Scaglioni che aveva allevato tanti cantanti emiliani, fra i quali Morandi. Ero sotto contratto per la Cgd e poi per la Cbs Sugar, con cui partecipai a varie manifestazioni canore, come il Disco per l’estate. A Roma mi notarono e mi chiamarono per un provino con il regista Mario Impéroli, che mi volle subito come protagonista per “La ragazzina”. Così abbandonai il canto, anche se poi di fatto non l’ho mai abbandonato del tutto».
Le facciamo notare che “La ragazzina” all’epoca poteva essere una risposta, in chiave adolescenziale, al fenomeno “Malizia” di Samperi con Laura Antonelli, uscito in sala pochi mesi prima e autentico boom del nascente filone erotico. «L’intenzione era probabilmente quella», dice. «Tra l’altro il mio fidanzato nel film era interpretato da Gianluigi Chirizzi, che era stato il fratello di Alessandro Momo in “Malizia”. Era stato preso proprio perché usciva da quel grande successo».
Le chiediamo qualche commento sugli altri artefici della pellicola, molti dei quali erano veterani del cinema italiano, dal regista Impéroli, oggi apprezzato dai fan del cinema di genere sia per “La ragazzina”, sia per il successivo “Blue Jeans” (’75, sempre con Gloria Guida; a Paolo Carlini (nel film, l’avvocato amico di famiglia), allora uno dei volti italiani più noti del cinema e soprattutto della tv; fino all’autore della bellissima colonna sonora, Nico Fidenco.
«Il regista Impéroli è stato molto bravo e sensibile ad aiutarmi – rammenta - perché per me si trattava di un’esperienza del tutto nuova. Ma ricordo soprattutto con affetto Paolo Carlini, una fantastica persona, un bolognese mio concittadino e un collega come se ne trovano pochi, che per me è stato un maestro. Di Nico Fidenco ricordo che, a film finito, la musica che aveva composto entrò in un suo 33 giri, per il quale mi chiesero delle foto per il lancio».
Siamo curiosi di sapere come aveva risposto a quell’invasione di Cinecittà il centro balneare di Lignano, che viveva il suo boom a 70 anni dal primo insediamento balneare, a 20 dalla singolare idea dell’architetto udinese Marcello D’Olivo di disegnare come una chiocciola il centro di Pineta, a 10 dai gialli lì ambientati dall’abitué Scerbanenco.
«Ricordo l’entusiasmo di tutta la popolazione e in particolare dei negozianti – risponde rapida – collaboravano tutti moltissimo. Il mio truccatore venne assunto per tutto il film da un parrucchiere del posto».
Uscito in Italia nei primi mesi del ’74, “La ragazzina” fu poi venduto in Francia (“La lycéenne découvre l'amour”), in Germania (“Die erste Liebe”) e in Spagna (“La colegiala se enamora”).
Del resto il variegato cast era in parte internazionale: la moglie di Carlini era interpretata dalla francese Colette Descombes, mentre il fascinoso giovane professore, che diventa il primo amore di Monica, era lo spagnolo Andrés Resino, già negli horror di Jesus Franco.
Chiediamo a Gloria Guida cosa ricorda dell’accoglienza che ebbe il film. «Ebbe successo, tanto che mi offrirono subito altre parti. E fui curiosa di andare a vedere di persone le reazioni del pubblico. Così andai in un cinema di Bologna dove proiettavano il film, ma con una parrucca mora. Però alla fine mi riconobbero lo stesso e mi fecero un caldo e simpatico applauso. Certo, “La ragazzina” non ebbe buone critiche, ma i miei erano ruoli leggeri, da tipica commedia all’italiana. Non me la sono mai presa. Fa parte del gioco».
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