Gorizia e Monfalcone cassaforte dei musei

I Comuni di Gorizia e di Monfalcone saranno la “cassaforte” del patrimonio dei beni culturali dei Musei e dell’Archivio provinciali che ammonta a 94 milioni di euro. I Comuni di Gorizia e di Monfalcone acquisiranno “il diritto reale di proprietà dei beni culturali della Provincia di Gorizia e Monfalcone”. Lo sancirà una legge regionale che si aggiunge a quella votata lo scorso 25 febbraio con cui è stata istituita l’Erpac e sancito il passaggio della proprietà degli immobili dei Musei provinciali alla Regione.
«Il territorio ha vinto. La nostra proposta, accolta dal Ministero dei Beni culturali, rappresenta un unicum a livello nazionale». Così il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha chiuso il suo intervento portato in commissione provinciale cultura presieduta dal consigliere Elisabetta Medeot.
Quando sarà approvata la legge sarà definito il quadro sul futuro dei Musei provinciali: gestione alla Regione attraverso il nuovo ente Erpac che avrà sede legale a Gorizia; proprietà degli immobili alla Regione: proprietà del patrimonio culturale in forma indivisa ai Comuni di Gorizia e di Monfalcone. Questa è la novità sviscerata ieri da Gherghetta prima in giunta e poi in commissione. Questo è il risultato ottenuto nella recente missione a Roma di Gherghetta e dell’assessore regionale Torrenti. «Il riserbo dei giorni scorsi - ha spiegato il presidente - non era reticenza ma il dovere di illustrare in commissione questo importante risultato evitando strumentalizzazioni e malintesi».
Tra le righe dell’accordo che, ripetiamo, dovrà tradursi in legge regionale, si individua la possibilità per i Comuni di Gorizia e di Monfalcone di poter istituire musei civici essendo la proprietà di una collezione artistica la condizione fondamentale.
Alla commissione hanno partecipato i consiglieri regionali Moretti, Gratton e Ziberna, gli assessori provinciali Portelli e Cecot, l’assessore comunale di Monfalcone Benes, i sindaci di Sagrado Pian e di Romans Furlan e altri amministratori locali.
«È stato ascoltato il territorio e siamo stati capaci di rispettarne le volontà», ha aggiunto Gherghetta. Il quale ha ricordato - riassumendolo in un documento di quattro pagine intitolato Nuovo pianeta cultura - l’impegno profuso a Roma per individuare una soluzione che potesse essere accettata dai funzionari del Ministero. Abbiamo saputo fare un gioco di squadra e abbiamo ottenuto un grande risultato. Ringrazio pubblicamente il notaio Francesca Arcidiacono che, gratuitamente, ci ha offerto una consulenza giuridica fondamentale».
Nel dibattito che è seguito non sono mancate lievi critiche e suggerimenti. Moretti ha ricordato il sostanzioso ruolo giocato, anche sotto traccia da Torrenti, e ha assicurato che in Consiglio regionale non ci saranno sorprese. Assicurazioni in tal senso sono giunte da Gratton («giusto aver posto il vincolo del territorio») e da Ziberna («non mi dispiace la soluzione»). Pian ha approvato la soluzione ricordando che per i piccoli Comuni sarebbe stato improponibile essere coinvolti nella gestione del patrimonio. Benes ha messo in luce quanto il risultato ottenuto sia merito anche delle competenze professionali messe in campo dai Comuni.
Il consigliere Simonetta Vecchi ha invece sollevato la questione dell’effettivo scarso peso che avrà la Commissione speciale per i Musei provinciali (organo previsto dalla nuova legge) sull’effettiva gestione dei Musei stessi in quanto non ha parere vincolante. «Perché non affidare ai Comuni anche la proprietà degli immobili», ha chiesto. Aggiungendo che a Gorizia ci sarà solo la sede legale dell’Erpac e non quella operativa. Dal consigliere provinciale Stefano Cosma l’unica aperta contrarietà alla proposta: «Era meglio affidare tutte le competenze alla Regione».
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