Gorizia, la Decima Mas ricorda i deportati e l’Anpi denuncia il vilipendio
La cerimonia in municipio è stata affiancata da una mostra. Gli antifascisti contestano anche la cittadinanza a Mussolini

Il copione a Gorizia si ripete ormai da anni: da una parte la cerimonia della Decima Mas, ricevuta in Municipio per deporre un omaggio floreale ai piedi della lapide che ricorda i dipendenti municipali deportati durante i 40 giorni titini.
Dall’altra la contro-manifestazione dell’Anpi, organizzata all’angolo tra corso Verdi e via Diaz per contestare la presenza alla commemorazione di un esponente della giunta comunale con tanto di fascia tricolore. In mezzo, il presidio delle forze dell’ordine a fare da cuscinetto tra le fazioni in campo.
Un film già visto, ma questa volta è andato in scena con due varianti: l’inaugurazione della mostra “Difesa dei confini orientali” allestita dall’Associazione “Decima Flottiglia Mas” e dall’Istituto di ricerche storiche “Panzarasa” all’Ugg e l’annuncio da parte dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia del corteo in programma sabato 1 febbraio contro il permanere a Gorizia della cittadinanza onoraria a Mussolini.
Il video:
In centro, sabato la giornata è andata in archivio così: con un centinaio di partecipanti alla cerimonia organizzata dentro e fuori l’atrio della casa comunale, e circa duecento ad assistere ai discorsi e agli intermezzi musicali proposti dall’Anpi.
Su quest’ultimo fronte, la novità, come detto, è stata quella dell’annuncio di un corteo che – ancora in orario e con modalità da definire – si svolgerà in città ad una settimana dall’inaugurazione della Capitale europea della Cultura, e al quale parteciperanno, è stato detto, «tutti coloro che non si sentono concittadini di Mussolini».
Il riferimento, va da sé, è alla decisione del Comune di non revocare la cittadinanza onoraria al Duce, che resiste dalla prima metà del secolo scorso. Questione che fu portata all’attenzione del Consiglio comunale dall’opposizione e che ieri è tornata ad animare più di un intervento durante la manifestazione dell’Anpi.
«Cosa ci potevamo aspettare a proposito della Decima Mas da un sindaco che si è rifiutato di togliere la cittadinanza onoraria a Mussolini? », ha tuonato al microfono Anna Di Gianantonio, presidente dell’Anpi Gorizia, anticipando anche che il 27 gennaio, in occasione della Giorno della Memoria, l’Anpi organizzerà una propria manifestazione e non prenderà parte, invece, a quella istituzionale.
«Continuiamo a credere che si poteva evitare questa nuova ferita alla Gorizia democratica e antifascista, nell’anno della Capitale europea della Cultura. Credevamo che Go!2025 rappresentasse per la città un’occasione per fare un passo in avanti, per smettere di guardare in modo nazionalista al nostro passato. Bastava che la giunta comunale accogliesse la nostra proposta di mediazione politica, quando a dicembre invitammo ad evitare almeno quest’anno di ricevere in Municipio i reduci della Decima Mas e di far entrare nella casa comunale i loro labari», ha aggiunto Di Gianantonio.
E se per lei è arrivato il momento di «dire basta, e andare avanti nel rispetto della democrazia e della Costituzione», proprio un riferimento alla Costituzione è arrivato da Patrik Zulian, rappresentante del comitato nazionale dell’Anpi: «Lo spirito della Resistenza ha fatto sì che la nostra Costituzione diventasse antifascista nei fatti, e la stessa bandiera tricolore è tra i principali simboli antifascisti – ha detto –. Se la Costituzione fosse attuata, affiancarla con simboli fascisti dovrebbe essere considerato reato di vilipendio alla bandiera».
Tanti gli striscioni e i cartelli esposti dai manifestanti. Recitavano per esempio: “Gorizia capitale della vergogna”, “Fuori da Gorizia la Decima”. Brevi momenti musicali si sono alternati agli interventi. Dall’Anpi di Piedimonte è arrivato all’indirizzo del sindaco il monito a rispettare la storia dell’antifascismo e della Resistenza. I giovani del Fronte della Gioventù comunista e della Casa del Popolo si sono chiesti come la cultura dell’odio possa sposare lo spirito di Go! 2025 e Tonino Pantuso ha ricordato: «Se si dimentica la storia, essa finirà per ripetersi con la stessa ferocia».

Sul fronte opposto, come ormai da tradizione consolidata, il sindaco Ziberna non ha partecipato alla commemorazione (era a Chemnitz), delegando la rappresentanza a un assessore (sabato Fabrizio Oreti). «Malgrado alcuni di noi lo ritengano contrario a questa manifestazione, il sindaco non ci è mai stato ostile», ha precisato Roberto Pulli, segretario dell’associazione “Decima Mas”, che, poi, a margine, a proposito delle consuete proteste nei confronti della cerimonia, ha aggiunto: «La storia è storia e non si può azzerare. Noi ricordiamo ogni anno, perché è doveroso ricordare. Ormai facciamo parte dell’Ue e siamo tutti cittadini dell’Europa. Il dialogo è giusto, non è invece giusta la contestazione: l’Anpi ha solo bisogno di un nemico».
Sulla questione Marina Marzi, vedova dello storico Carlo Alfredo Panzarasa, ha quindi osservato: «Mi chiedo come mai quando i partigiani erano vivi e qui, in Comune, venivano centinaia di reduci della Decima Mas, loro, che avrebbero avuto eventualmente motivo di contestare, non si siano mai sognati di venire a farlo».
«Gli antagonisti possono avere voce, ma sono loro che attaccano», ha poi notato Luca Urizio, presidente della Lega Nazionale di Gorizia, nel corso dell’inaugurazione della mostra sulla Decima Mas allestita all’Ugg.
Alla cerimonia in Municipio ha partecipato anche il senatore Roberto Menia. «La dignità di un popolo – ha detto l’esponente di Fratelli d’Italia – si misura dal rispetto per i propri morti. C’è chi li onora tutti e c’è chi ancora non lo ha capito». —
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