Gorizia, medici di base: via alla rivoluzione. Assistenza sulle 24 ore

Vallini (Fimmg): «Saranno realizzate 10 aggregazioni, 6 in provincia. Entro il primo semestre operativi i 4 Cap previsti»
Un medico di base mentre visita una paziente
Un medico di base mentre visita una paziente

GORIZIA Ormai, ci siamo. Sta per partire la rivoluzione della sanità territoriale nell’Isontino e nella Bassa Friulana. Ci riferiamo alle nuove forme organizzative (già previste dalla legge regionale 17/2014) delle Aggregazioni funzionali territoriali (Aft) e dei Centri di assistenza primaria (Cap) che andranno progressivamente a costituirsi mentre le nuove Medicine di gruppo integrate (Mgi) andranno gradualmente a sostituire le forme associative già presenti (l’80% circa dei medici della nostra provincia opera attualmente in forma associata).

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L'ospedale di Gorizia

«Nella nostra Azienda sanitaria, entro il prossimo 30 giugno, saranno realizzate 10 Aft (di cui 6 in provincia di Gorizia), cui faranno capo le Mgi che via via, nel corso del triennio, accoglieranno tutti i medici di medicina generale - spiega Roberto Vallini, segretario provinciale della Fimmg, la Federazione italiana medici di medicina generale -. Sempre entro il primo semestre di quest’anno, entreranno in funzione i quattro Cap previsti (due nell’Isontino: Cormòns e Grado) ma possiamo già ipotizzare di “bruciare le tappe” anche per l’attivazione di altri Centri di assistenza primaria, fino all’obiettivo previsto di uno per ciascuna Aft».

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Fin qui numeri e sigle, ma, in sostanza, cosa succederà? «Le Aft rileveranno i bisogni territoriali e pianificheranno e coordineranno le strategie e gli interventi sanitari fra i diversi soggetti operanti sul territorio. Il loro personale supporterà anche la cosiddetta “medicina d’iniziativa”, termine con il quale si intendono contatti periodici da parte del medico nei confronti dei pazienti affetti da malattie croniche (ad es. diabete, ipertensione, scompenso, pneumopatie) per programmare accertamenti e controlli per una valutazione dello stato della malattia ed una prevenzione delle complicanze».

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«Ciascuna Aft coordinerà anche le Medicine di gruppo integrate che ad essa faranno capo che si realizzeranno attraverso sia l’attivazione di una sede unica che con un’articolazione in più sedi, proprio per garantire una adeguata capillarità territoriale. Ciascun gruppo sarà costituito da almeno 6 medici che garantiranno un orario di apertura (attraverso il coordinamento degli orari dei singoli studi) di almeno 8 ore al giorno dal lunedì al venerdì, integrandosi con la continuità assistenziale per garantire una copertura sanitaria h24, 7 giorni su 7».

«Per quanto riguarda i Cap questi saranno centri multi-professionali con Mmg, pediatri di libera scelta, specialisti, infermieri, assistenti sociali, che erogheranno prestazioni (anche di diagnostica di primo livello) e saranno collegati in rete con gli ambulatori dei Mmg del territorio di competenza e con le altre strutture delle Aziende sanitarie».

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Un'automedica

«Rappresenteranno un primo livello di integrazione multi-professionale dove il cittadino potrà trovare risposte in un orario di apertura di 12 ore (8-20) cinque giorni alla settimana e due ore (8-10) nei prefestivi. Come si vede, le novità per i cittadini e per i medici saranno molte. Se quanto concordato sui tavoli Regionali troverà compiutamente una realizzazione pratica, siamo convinti possa rappresentare un miglioramento nella qualità della risposta ai bisogni sanitari degli abitanti della nostra Regione».

«Una popolazione che invecchia e che vede progressivamente aumentare i propri bisogni assistenziali e sanitari. Occorre dunque organizzarsi, per essere in grado di continuare a fornire risposte adeguate sia in termini di efficienza che di efficacia».

Conclude Vallini: «Dal nostro punto di vista, la riorganizzazione deve tradursi anche in un miglioramento della qualità del lavoro di noi medici, oggi troppo spesso “strangolati” da complessità burocratico-amministrative che ci distolgono dalla nostra “missione” di diagnosi e cura, trasformati in elementi “di frizione” tra le aspettative dei nostri assistiti ed un sistema che, complice una progressiva ed irreversibile contrazione delle risorse, fatica sempre più nel far fonte alla domanda crescente».

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