Gorizia, poliziotto di 52 anni si spara in strada

La vittima è un agente goriziano, il gesto estremo con la pistola d'ordinanza la scorsa notte a Piedimonte davanti ad altre persone
Un agente in servizio (foto d'archivio)
Un agente in servizio (foto d'archivio)

GORIZIA Un poliziotto goriziano di 52 anni, Massimo Costanzo, si è tolto la vita l’altra notte sparandosi un colpo di pistola alla tempia. Lo ha fatto in strada, in via Cotonificio. Vano il tentativo di salvargli la vita da parte dei soccorritori del 118 giunti sul posto chiamati da alcuni abitanti della zona scesi in strada dopo aver udito lo sparo. Ignote al momento le cause del gesto messo in atto dall’uomo, che prestava servizio nella squadra volante della questura di Gorizia.

Costanzo, che abitava da solo in via Brigata Cuneo, non era in servizio. Da qualche giorno infatti si trovava in licenza. Non è ancora stato chiarito se quando ha portato la pistola alla tempia e ha premuto il grilletto si trovasse da solo. Il gesto, è il parere dei colleghi, non è assolutamente collegabile a problemi legati al lavoro. L’uomo, ricordano alcuni poliziotti che lo conoscevano bene, era ben voluto, forse un po’ chiuso, ma certamente un bravissimo poliziotto.

Massimo Costanzo
Massimo Costanzo

Con il grado di assistente capo effettuava i turni di pattugliamento a bordo delle Pantere su è giù per la città, a qualsiasi ora. Giorno e notte. Non si tirava mai indietro, amava il suo lavoro. Una scelta professionale, quella di fare il poliziotto, che aveva fatto anche il fratello, Alessandro, in servizio alla Digos della stessa questura goriziana.

A piangere Massimo Costanzo sono oltre al fratello, residente a Gradisca, i genitori, che abitano a Gorizia, e la figlia, una studentessa ventenne che vive assieme alla madre. Nulla, a sentire i colleghi di lavoro, poteva far pensare a un gesto così estremo. Soltanto un paio di giorni fa Massimo era stato visto in un bar nei pressi dell’ospedale mentre faceva una partita a carte con un amico. Nessun segnale evidente di un malessere interiore anche se per la verità Massimo era una persona cordiale sì, affabile, ma molto riservata: non parlava mai della sua vita privata. Ed è dunque proprio nella sfera personale che vanno cercate le motivazioni di questo suicidio.

Un doloroso stupore è il sentimento espresso dai colleghi così come dai vertici della questura per questa tanto tragica quanto inaspettata fine. Il Sindacato autonomo di polizia, associandosi al dolore della famiglia, afferma come i colleghi che lo avevano conosciuto si dicono attoniti per quanto accaduto e si chiedono «come non abbiano saputo leggere il disagio interiore che porta una persona a togliersi la vita».

Lo stesso disagio che cinque anni fa gettò nel lutto la questura goriziana a seguito del suicidio di un altro poliziotto, Gianluca Roschillà, che a soli 42 anni aveva decisa di farla finita sparandosi un colpo con la pistola d’ordinanza, in strada, proprio come Massimo Costanzo.

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