Gorizia ricca di quartieri da scoprire

La "Nizza austriaca" è considerata piccola, ma è ricca di luoghi nascosti. Le zone più trafficate di Gorizia risultano sempre essere piazza Vittoria e il Corso, ma gran parte dei suoi abitanti non disdegna di uscire dal centro: molte possibilità di scoprire la città sono offerte dai quartieri meno trafficati come San Rocco e Montesanto.
Gorizia è relativamente estesa. È infatti di dimensioni moderate, non è ai livelli delle grandi città, ma ha una dimensione comunque godibile.
È suggestiva la sua vicinanza con "l'Est". Molte strade secondarie, tranquillamente percorribili, conducono alla slovena Nova Gorica.
La città di Gorizia, considerata vecchia e piccola (circa 35mila abitanti), dà comunque sempre qualcosa a chi la vuole conoscere, basta uscire dal Corso per trovarsi in periferia con luoghi nuovi da vedere.
Le passeggiate inoltre sono accompagnate dalla presenza di architetture diverse: edifici dell’epoca accanto a palazzi austroungarici, sovrastati dal castello.
La storia non manca di accompagnare tutta la città e i suoi monumenti: il castello, che è il più importante, ha molte testimonianze che rimandano all’epoca di Napoleone, al Medioevo e alla Prima guerra mondiale.
Gorizia si presenta con un un alone di decadenza, grandiosità e mistero, ma rappresenta anche una cerniera essenziale tra l'Occidente e l'Est europeo.
Il momento più suggestivo per visitare la città è l'imbrunire, che regala scorci suggestivi. Ma cosa può spingere un turista a visitare Gorizia? In primis la sua storia, il luogo, la cultura ma anche il cibo tradizionale.
Gorizia registra un ridotto flusso turistico, anche se negli ultimi anni vi è stato un incremento grazie a varie manifestazioni (soprattutto con l’evento èStoria). È “accusata” di essere poco stimolante per i giovani, che non hanno punti di aggregazione, culturali o ricreativi. Per andare in discoteca bisogna recarsi nei paesi limitrofi. Questo è forse uno dei tasti dolenti, compensato però da una grande vivibilità.
Marco Graziati
3B
Liceo classico Dante Alighieri
Riproduzione riservata © Il Piccolo