Gorizia, uccisa dal gas della caldaiaGravi marito e figlio
All'origine della disgrazia, avvenuta in un appartamento di una palazzina di Ronchi del Legionari (Gorizia), probabilmente il malfunzionamento di una stufa. Laura Blaserna di 56 anni è morta, mentre il marito Pietro Ardito e il figlio Fabio sono rimasti gravemente intossicati
RONCHI.
Tragedia a Ronchi dei Legionari. Una donna, Laura Blaserna, 56 anni, è morta l’altra notte avvelenata nel sonno dal monossido di carbonio. Gravissimi il marito, Piero Ardito, e il figlio Fabio, che lottano tra la vita e la morte nella camera iperbarica dell’ospedale triestino di Cattinara. Morti anche due dei quattro cani che vivevano con loro. Il gas tossico è stato sprigionato dalla caldaia a gas dell’alloggio Ater in cui abita in affitto la famiglia: vecchia e malfunzionante, da anni senza alcuna manutenzione.
È infatti questa, in base ai primi accertamenti, la causa della tragedia che l’altra notte ha distrutto questa famiglia di Ronchi dei Legionari, residente in un appartamento al primo piano della palazzina di piazzale don Falzari 8/b. Quasi certamente tutto si è svolto nel cuore della notte, anche se l’allarme è stato lanciato solo ieri mattina, verso le 10. A chiamare i soccorsi, Daniele Cosolo, nipote 28enne della vittima, anche lui ronchese, che entrando in casa degli Ardito, come era solito fare, si è trovato davanti una scena drammatica: il corpo senza vita della zia sul divano, il cugino privo di sensi disteso nel suo letto e lo zio svenuto con la testa appoggiata sul tavolo della cucina, dove, tra l’altro, si trova la caldaia.
Non appena ricevuta la chiamata del ragazzo, rimasto anche lui lievemente intossicato e visitato all’ospedale di San Polo, sul posto si sono precipitati i sanitari del 118, i vigili del fuoco con due mezzi, la compagnia dei carabinieri di Monfalcone e i tecnici dell’Azienda sanitaria. È stato anche richiesto l’intervento dell’elisoccorso da Udine per trasportare Piero e Fabio Ardito al nosocomio di Cattinara (l’unico in regione provvisto di camera iperbarica).
L’eliambulanza, atterrata nella piazzola dell’ospedale di San Polo, però, è dovuta tornare poco dopo a Udine: troppa nebbia per atterrare a Cattinara e nessuna disponibilità di posti nella camera iperbarica dell’ospedale di Mestre. I due uomini sono così stati trasporti a Trieste a bordo di due ambulanze, giunte sul posto assieme a un’auto medica. Piero Ardito, 62 anni, e il figlio Fabio di 32, sono ricoverati in condizioni gravissime e rischiano la vita. A preoccupare, in particolare, le condizioni del ragazzo. Come si diceva, per Laura Blaserna non c’è stato invece nulla da fare.
Il corpo senza vita della donna è stato portato via dall’appartamento di piazzale don Falzari poco prima delle 15 dal carro funebre. A rimanere lievemente intossicati dal monossido di carbonio sono stati anche tre vicini di casa della famiglia Arditi, visitati all’opedale di Monfalcone, e gli stessi sanitari del 118 intervenuti sul posto. Tutti hanno riportato lievi disturbi, tra cui mal di testa, ma non sono in pericolo.
Argomenti:monossido di carbonio
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