Gorizia, un teschio e ossa umane spuntano nel cantiere senza pace di Corte Sant'Ilario

Emersi durante gli scavi, probabilmente si tratta di un cimitero del 1700. Arriva la polizia scientifica: area sotto sequestro
Bumbaca Gorizia 19.11.2019 Ritrovamento scheletro Corte S. Ilario © Foto Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 19.11.2019 Ritrovamento scheletro Corte S. Ilario © Foto Pierluigi Bumbaca

GORIZIA Prima il muretto nascosto, che inizialmente si credeva medioevale e poi si è scoperto essere “solo” quello della vecchia canonica. Poi, adesso, addirittura dei resti umani, un teschio e poche ossa, riemersi dopo essere rimasti nel sottosuolo probabilmente per secoli. D’accordo, c’era da aspettarselo – ogni volta che si effettua qualche scavo, il ricco e lungo passato di Gorizia restituisce qualcosa –, ma non si può certo dire sia fortunato sin qui il cantiere di corte Sant’Ilario, dove si sta lavorando per realizzare la nuova piazza di fronte al Duomo, nell’ambito dei progetti (al plurale, visto che quello gemello interessa piazza San Rocco) finanziati dai fondi Pisus.

Proprio così, la nuova sorpresa è arrivata ieri mattina, quando durante i lavori è emerso a circa 20 centimetri dalla superficie ciò che resta di un teschio umano, assieme ad altre ossa. Subito l’archeologo incaricato dall’associazione temporanea d’imprese formata da Ici coop di Ronchi dei Legionari e Deon di Belluno (professionista che segue passo passo tutto l’intervento) ha informato non solo la Soprintendenza e il Comune ma anche la Questura, i cui agenti sono arrivati sul posto sequestrando quel tratto del cantiere dove il personale della Scientifica ha effettuato i rilievi del caso. Nessun mistero comunque visto che il sequestro è motivato non tanto dall’ipotesi che le ossa possano essere legate a un qualche delitto, quanto piuttosto dalla volontà di preservare ciò che è stato trovato per il possibile interesse archeologico.

Gorizia, spunta un teschio dagli scavi di Sant'Ilario


Le ossa umane rivenute ieri dovrebbero appartenere, secondo le prime indagini, al vecchio cimitero risalente, presumibilmente al 1700 o forse anche a periodi precedenti. E la scoperta non sembra aver destato molta sorpresa negli addetti ai lavori in quanto, come si legge nella relazione archeologica allegata al progetto «alcuni studiosi ritengono che già nel XIV secolo si sia iniziato a seppellire i morti intorno alla chiesa».

Peraltro, le condizioni dei resti rinvenuti, ovvero non uno scheletro intero ma ossa “rimescolate”, fanno dedurre che il piccolo camposanto sia stato più volte “profanato” nel corso degli ultimi secoli durante i diversi cantieri aperti per modificare, ampliare e ristrutturare il Duomo. Le cui origini sono medievali, anche se c’è chi ritiene che già prima dell’anno Mille fosse presente in quel punto una piccola cappella dedicata ai santi Ilario e Taziano.

I lavori, dunque, potranno continuare nel resto della corte senza intoppi – a meno ovviamente che proseguendo non arrivino nuove scoperte analoghe –, come del resto auspicano anche il vicesindaco Stefano Ceretta e l’assessore ai Lavori pubblici Arianna Bellan, che ieri erano di fronte al Duomo insieme ai dirigenti Alessandro De Luisa e Marco Muzzatti per capire quanto fosse successo. «Naturalmente dovranno essere effettuate tutte le indagini del caso – dichiarano gli assessori Ceretta e Bellan-, così come è stato fatto per i rinvenimenti precedenti e, conoscendo la serietà di tutti i soggetti che si stanno occupando di questa vicenda, dall’impresa alla Soprintendenza, dalla Direzione lavori alla Questura, non abbiamo dubbi che così sarà. Ovviamente, il nostro auspicio è che nel pieno rispetto delle regole, l’intervento possa procedere e concludersi in ogni caso nei tempi previsti».

Solo un mese fa, durante i lavori di smantellamento del fondo in asfalto di corte Sant’Ilario, era stato fatto un primo ritrovamento, quello del muro che poi si è scoperto essere della vecchia canonica abbattuta nel 1874. Un pezzo della Gorizia che non c’è più tornato a frenare, seppur per poco, la realizzazione di un tassello della Gorizia che sarà. –




 

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