Gradisca, i fedeli si autotassano per restaurare l’Addolorata

GRADISCA. L’“azionariato popolare” dei fedeli per completare il restauro del tetto della chiesa dell’Addolorata. Chiuso al culto dei fedeli da quasi cinque anni - e cioè dal 18 maggio del 2010 a causa del crollo di una porzione del soffitto della navata centrale - l’edificio sacro di via Ciotti a breve potrà essere parzialmente messo in sicurezza. Ma per arrivare a una definitiva agibilità i tempi potrebbero essere più lunghi. E soprattutto serviranno ulteriori fondi rispetto al contributo regionale ottenuto. L’Unità parrocchiale del Santissimo Salvatore, come si ricorderà, nel febbraio del 2012 era stata beneficiata dalla Regione di un finanziamento ad hoc di complessivi 100mila euro (7mila euro annui per i prossimi 20 anni, cifra comprensiva dunque degli interessi). Fino a qualche tempo fa i tempi di utilizzo del contributo, però, rischiavano di essere troppo stretti per la comunità parrocchiale.
Gli istituti di credito, come noto, in questa fase delicata di contrazione economica faticano infatti a concedere mutui e la parrocchia gradiscana già stava e sta affrontando - e con successo - il rientro dal debito contratto per il restauro della Casa canonica e dell’oratorio Coassini. La sensibile riduzione di quel debito - passato in pochi anni da 280mila euro a una cifra decisamente più contenuta - consente ora di guardare con più ottimismo all’operazione di restauro dell’Addolorata.
L’operazione di “rientro”, condotta con oculatezza, è stata resa possibile sia dalla generosità dei fedeli, sia con molteplici attività nel corso dell’anno, sia grazie a alcuni cospicui e meritori lasciti alla parrocchia. Proprio per non compiere passi affrettati, a fine maggio del 2012 la parrocchia aveva richiesto e ottenuto una proroga per la redazione del progetto esecutivo di maquillage dell’edificio sacro.
Ora, di concerto con la Curia, la parrocchia di Gradisca ha valutato alcuni preventivi con delle aziende specializzate. Ma i 100mila euro stanziati dalla Regione, questo è certo, difficilmente da soli riusciranno a coprire le spese per un intervento del tutto risolutivo. La Chiesa dell’Addolorata di Gradisca d’Isonzo abbisogna con urgenza del rifacimento del tetto con relative grondaie ma anche di un intervento all’interno.
Per questo motivo la parrocchia ha lanciato in queste settimane una sottoscrizione fra i fedeli al fine di giungere alla migliore copertura possibile dei costi. È possibile effettuare un bonifico sul conto della parrocchia del Salvatore presso Cassa di risparmio del Fvg, filiale di Gradisca d’Isonzo (Iban IT78M063406458107402006880, causale: “Pro restauro chiesa Addolorata”).
In seguito al crollo di una porzione di soffitto della navata centrale erano stati rilevati infatti ulteriori cedimenti e infiltrazioni d’acqua sulla copertura, all’altezza dell’organo. L’edificio da allora è inagibile. Era dalla conclusione della prima guerra mondiale che sull’edificio sacro non venivano realizzati interventi di manutenzione. Il termine ultimo per realizzare i lavori e scongiurare - ipotesi remota - una perdita del contributo regionale è il novembre del 2015. La chiesa, consacrata nel 1505, riveste un’importanza particolare per i fedeli gradiscani non solo perché dedicata alla Vergine protettrice della città ma anche perché destinata a conservare una reliquia di Sant’Antonio di Padova, dono dei Frati Conventuali della Basilica del Santo. Attualmente, con la chiesa di via Ciotti inibita al culto per ragioni di sicurezza, la reliquia è conservata nel vicino Duomo dei Santi Pietro e Paolo.
Luigi Murciano
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