Gradisca indica l’area di Salet per la dispersione delle ceneri
Luigi Murciano / GRADISCA
Da qualche giorno Gradisca d’Isonzo ha individuato ufficialmente l’area destinata alla dispersione delle ceneri dei defunti. Colmando un vuoto normativo esistente da tempo, l’amministrazione guidata dal sindaco Linda Tomasinsig ha recentemente approvato l’atto che destinerà due particelle catastali alla dispersione di ceneri in natura: si tratta di due piccole aree adiacenti l’una all’altra, nelle zone arginali e su un tratto del fiume Isonzo, in prossimità della località Salet
Così facendo, palazzo Torriani si è adeguato alla legge regionale del 2011 (e successive modifiche) in materia funeraria e di polizia mortuaria, che stabiliva l’individuazione da parte dei Comuni di aree appositamente destinate alla dispersione delle ceneri. Una volontà, quella di far disperdere i propri resti in natura, non ancora così radicata nell’Isontino. «Ma sicuramente un fenomeno in crescita – conferma Claudio Preschern, della storica impresa di pompe funebri Remigio Preschern –. A volte bastava la singola volontà di un defunto, resa nota attraverso i familiari, per gettare le amministrazioni nel panico. I comuni si stanno finalmente adeguando».
Secondo Preschern le richieste di dispersioni delle ceneri sono ad oggi più o meno il 7% sul totale delle cremazioni; non decollano invece, pur dopo un iniziale “trend” positivo iniziato 10 anni or sono, gli affidamenti delle ceneri ai familiari in abitazione: sono ferme più o meno al 5% sul totale delle cremazioni. Si tratta di due pratiche non accettate dalla Chiesa Cattolica, che però non è contraria alla cremazione.
«Vuoi per volontà del caro estinto, vuoi per la carenza di spazi cimiteriali dei comuni, nell’Isontino la pratica della cremazione si attesta su una forbice che va dal 35 al 50% dei defunti. A Trieste si va invece sull’80%» spiega Preschern. A Gradisca, su 41 defunti nel 2020 ancora in corso, le cremazioni sono state sinora 14. La dispersione delle ceneri in natura è consentita a distanza non inferiore a 200 metri da insediamenti abitativi. La dispersione in mare, nei fiumi, nei corsi d’acqua ad alveo pieno e nei laghi è consentita nei tratti liberi da natanti e manufatti e comunque a distanza non inferiore a 200 metri da stabilimenti balneari. Caratteristiche cui rispondono le aree individuate dalla giunta Tomasinsig: un tratto dell’alveo di proprietà del Comune ed un tratto dell’Isonzo di proprietà del Demanio Idrico Fvg. Resta vietato interrare l’urna anche se in materiale biodegradabile ed è vietata la dispersione delle ceneri al vento.
Quanto alla dispersione nell’alveo dell’Isonzo, la dispersione dovrà essere eseguita in giornate senza vento. Nelle acque del fiume essa potrà avvenire mediante immersione dell’intera urna, purché sia in materiale rapidamente biodegradabile oppure con il versamento delle ceneri direttamente in acqua. «Bene che il Comune abbia colmato questo vuoto – conclude Preschern –. Segnalo invece la necessità di risolvere il problema della refrigerazione della camera mortuaria al cimitero comunale». Problema irrisolto da qualche anno e che costringe tanti gradiscani ad emigrare in altro Comune per piangere i propri morti prima delle esequie, con costi e disagi in un momento già emotivamente difficile. —
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