Gradisca, la Cila si fonde col Circolo agrario friulano

La decisione è stata presa dai 150 soci della cooperativa per evitare la chiusura Il presidente Blasig: continueremo a operare sul territorio con nuovi servizi
Di Luigi Murciano
06 Apr 1999, Certaldo, Italy --- Farmer Harvesting Wheat Near Fiano --- Image by © Atlantide Phototravel/Corbis
06 Apr 1999, Certaldo, Italy --- Farmer Harvesting Wheat Near Fiano --- Image by © Atlantide Phototravel/Corbis

GRADISCA. Svolta epocale per la Cila: via libera alla fusione con il Circolo agrario friulano. L'assemblea dei soci della Cooperativa isontina lavoratori agricoli ha deciso di entrare in una nuova era, approvando una bozza per la fusione con un soggetto più “pesante” sul mercato. Una successiva assemblea ratificherà l'accordo definitivo.

Per la Cila, soggetto pionieristico sorto nel 1950 fra gli agricoltori della cittadina isontina e oggi cooperativa che mette assieme poco meno di 150 soci fra produttori di Destra e Sinistra Isonzo per un fatturato da circa 2 milioni, si è trattato di una scelta che il presidente Pierino Blasig – che l'aveva ipotizzata sin dal suo insediamento - definisce «assolutamente necessaria per la sopravvivenza» ma che non andrà a inficiare «né lo spirito né l'autonomia, né la presenza sul territorio della cooperativa fondata dai nostri padri e dai nostri nonni». Il Circolo agrario friulano, che ha sede a San Giorgio della Richinvelda, è un soggetto che conta un migliaio di soci e una quindicina di punti vendita, fra i quali quelli di San Lorenzo e Fiumicello. Una realtà che vuole provare a incidere e investire sul mercato isontino. La Cila, per contro, conta su sei dipendenti, un punto vendita, un magazzino e alcune produzioni (cereali e concimi su tutti) che guardano anche al mercato dell'Est. Due realtà sane, dunque, seppure con numeri decisamente diversi e competenze che una volta integrate potranno aprire prospettive interessanti. «Abbiamo garantito un futuro alla Cila – scandisce Blasig -. Questa non è la fine della cooperativa, ma un suo nuovo inizio – scandisce Blasig -. Entriamo come soci alla pari e abbiamo preso questa decisione per potenziare la cooperativa, non per dismetterla o assoggettarla. Il marchio Cila rimane e rimangono in organico tutti e sei i dipendenti. È una condizione che è stata messa nero su bianco. Siamo soddisfatti perchè trovare un partner sano e disposto ad investire di questi tempi non era affatto facile. Andremo avanti con le nostre proposte ma i soci godranno di maggiori servizi e speriamo di un mercato più ampio».

Nel cda del Circolo agrario la Cila potrà contare, oltretutto, su un proprio rappresentante. Inevitabile, per Blasig, dedicare un pensiero a chi lo ha preceduto. «È stato un anno estremamente difficile per la cooperativa. E non mi riferisco solo alla grave congiuntura economica che mette in crisi un settore come il quello agricolo – afferma – ma alla dolorosa dipartita del nostro presidente Claudio Lorenzutti. Non è stato facile ripartire dopo la scomparsa di una figura come la sua e se ci siamo riusciti è merito soltanto dei dipendenti per la dedizione e l'attaccamento dimostrati alla storia e alla funzione della Cila. Di questo li ringrazio».

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