Gradisca, M5S e Ln attaccano il sindaco: «Dica no al mini-Cie»

GRADISCA. Il Movimento 5 Stelle attacca la governatrice Serracchiani sull'ipotizzato mini-Cie di Gradisca. «Già due anni fa - sottolinea la consigliere regionale Ilaria Dal Zovo, gradiscana - era...

GRADISCA. Il Movimento 5 Stelle attacca la governatrice Serracchiani sull'ipotizzato mini-Cie di Gradisca. «Già due anni fa - sottolinea la consigliere regionale Ilaria Dal Zovo, gradiscana - era stata accolta in Consiglio regionale una mozione con la quale la giunta Serracchiani si era impegnata a ribadire con fermezza la contrarietà a una eventuale riapertura dei Centri di identificazione ed espulsione. Due anni di promesse non mantenute: da una parte la maggioranza ha sostenuto le mozioni, dall'altra ha lavorato per sostenere l'attuazione del piano del Governo Gentiloni che persegue obiettivi opposti». «Nei giorni scorsi - interviene il portavoce comunale del M5S Freschi - abbiamo discusso con il nostro sindaco della problematica, disillusi forse sul ritorno del Cara a dimensioni accettabili, ma convinti che il Cie non fosse più un nostro problema, ma un lontano quanto doloroso ricordo. Ora questa "tegola". Il sindaco convochi un Consiglio comunale di fronte al Cara: siamo sconcertati per la poca o nulla considerazione che questo esecutivo dimostra nei confronti della popolazione residente a Gradisca, non ultimo il sindaco, e delle associazioni che da sempre lottano strenuamente per la difesa dei diritti umanitari».

Quanto al Cara più "leggero", secondo i pentastellati «tale risultato non può di certo essere un vanto. I numeri che abbiamo visto fino a oggi, sono frutto di un imperio da parte dell'allora Prefetto che in una notte, trasferì nella struttura del Cie, si disse in via temporanea, un elevato numero di richiedenti asilo. Da allora, i numeri sono sempre saliti. Severo anche il Carroccio: «Falllimento su tutta la linea». Così la Lega Nord e il suo portavoce gradiscano Alessandro Ballaben definiscono le posizioni adottate dal governo Gentiloni e dal ministro Marco Minniti nella gestione dell'immigrazione. «Il Cie, ormai è certo, riaprirà - è l'opinione di Ballaben - e anche cambiando acronimo (Cpr), nella sostanza resterà un carcere pronto ad accogliere gli immigrati irregolari».

Secondo il Carroccio, il primo cittadino della Fortezza Linda Tomasinsig, così come la presidente della Regione Debora Seracchiani «grazie al nuovo piano immigrazione imposto dal governo dimostrano di aver fallito». (l.m.)

Riproduzione riservata © Il Piccolo