«Grado 3, colata di cemento contro il turismo»

GRADO. Nessun futuro con la “Grado 3” o insediamenti simili. Lo dice il Circolo “Green Gang” di Legambiente che contestualmente attacca pure i sindacati che «sono ostaggio di politiche di sviluppo obsolete». «Gli unici progetti che sembrano andar avanti a Grado – precisa Legambiente - sono le colate di cemento, anche a fronte del progressivo calo nel numero di residenti e della contrazione nelle vendite immobiliari».
E questo, dice sempre Legambiente, nonostante Grado abbia, oltre alla spiaggia, migliaia di ettari di laguna, memorie storiche di pregio e si trovi a un passo da Aquileia, una delle più grandi città dell’Impero romano: «il massimo della creatività turistica gradese consiste nel cementare progressivamente la propria Isola».
«Se sulla Zamparini City speriamo si sia messa una pietra tombale – sottolineano ancora quelli del “Green Gang”, altri progetti, come il parcheggio di piazza Carpaccio o la vicenda della cosiddetta “Variante alberghi”, dimostrano che la mentalità è ferma agli anni Settanta, dove edificazioni di massa venivano spacciate come sviluppo turistico, laddove in realtà l’unico forte impulso era il guadagno dei costruttori edili».
«Del resto, basta osservare la situazione di abbandono in cui versa Grado Pineta oggi, per capire cosa può diventare la Sacca dei Moreri». Legambiente prosegue affermando che Grado 3 rappresenta un «modello di turismo avulso dal territorio, di vecchia concezione dalle più che dubbie ricadute economiche, la cui realizzazione spalmerà oltre 260.000 metri cubi di nuove edificazioni, con un impatto estremamente negativo sul territorio». «Grado 3 – Sacca dei Moreri” sarà tutto questo, se le evidenti pressioni psicologiche sulla Soprintendenza, che per fortuna finora ha negato l’autorizzazione paesaggistica, riuscissero ad avere la meglio. Insomma la Soprintendenza come l’ultimo dei baluardi».
C’è poi l’attacco ai sindacati che hanno, secondo gli ambientalisti, una «deludente la posizione appiattita su posizioni vetero sviluppiste, prive di prospettiva e incapace di proposte proprie e innovative per affrontare le indubbie difficoltà occupazionali». Fa sorridere poi, sempre come affermano quelli di Legambiente lo sbandierato interesse di compratori provenienti da esotiche destinazioni: «anche questo un film già visto, che ha concesso già troppe repliche».
an.bo.
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