Grado, a Barbana il Giubileo degli esuli

Il raduno nazionale fissato il 25 aprile, dopo l’apertura il 19 della Porta santa. Numerose le adesioni
L’immagine di Egidio Bullesi di Pola e la targa che ricorda il “Santo istriano”
L’immagine di Egidio Bullesi di Pola e la targa che ricorda il “Santo istriano”

GRADO. Il 16 aprile sarà aperta la Porta santa a Barbana. E ora s’aggiunge un altro significativo momento: il Giubileo delle Associazioni degli esuli istriani fiumani dalmati nell’anniversario del transito del venerabile Egidio Bullesi di Pola, il “Santo istriano”, previsto il 25 aprile. Parteciperanno gli esuli di tutt’Italia, i componenti della comunità italiana dell’Istria e della Dalmazia, da Pola in particolare, città nativa di Bullesi.

Non è escluso l’arrivo di fedeli da altri Paesi europei. Anche se l’invito non è stato ancora formalizzato a tutti, hanno aderito all’iniziativa Federazione delle Associazioni degli esuli istriani fiumani dalmati, Associazione nazionale Venezia Giulia Dalmazia, Associazione delle Comunità istriane di Trieste, Liberi Comuni in esilio di Pola, Fiume, Zara.

Sono state invitate a partecipare tutte le altre espressioni del mondo dell’esodo - associazioni, unioni, comunità, istituti e circoli di cultura -, sacerdoti, religiosi, autorità, esuli, discendenti e loro amici. Tra i tanti ricordiamo l’Unione degli istriani, il Coordinamento Adriatico, Irci, i Giuliani nel mondo, la Lega Nazionale.

Grado, Barbana diventa porta santa
Un momento del Perdòn de Barbana

Egidio Bullesi è morto in concetto di santità il 25 aprile 1929, dopo una breve e intensa vita da marinaio e operaio ai cantieri di Monfalcone, sempre con un impegno molto forte nella vita ecclesiale come cristiano laico. Nel 1973 don Eugenio, fratello del venerabile, fece riesumare le ossa per trasferirle a Ramuscello di Pordenone, sua parrocchia. L’urna fu trasportata a Portogruaro e da qui a Grado. In Sant’Eufemia fu celebrata la messa e, nonostante il maltempo, con un corteo di barche l’urna fu trasportata a Barbana, dove tuttora si trova, nella cappella dell’Apparizione.

Da tempo si attende il riconoscimento di un nuovo miracolo per la beatificazione di Bullesi. Il primo fu il salvataggio di alcuni marinai delle nostre zone che stavano dipingendo la fiancata di una grande nave (lato molo) ormeggiata in un porto americano, posizionati su assi legati ad argani che cedettero lasciandoli precipitare nel vuoto. La morte era pressoché certa.

I marinai chiesero in quel momento aiuto al loro giovane collega marinaio, a Egidio Bullesi. E il sostegno si bloccò a pochi metri da terra. Ogni anno i marinai in congedo dell’Anmi di Grado rendono omaggio al venerabile. Quanto al nuovo miracolo, pur nel riserbo del Vaticano, si sente parlare di lettere e messaggi di fedeli, tra cui quella di un fedele della provincia di Imperia e di un altro del Canada che segnalano le grazie ricevute dopo aver invocato Bullesi.

«Come esuli - afferma fra Stefano Gallinaro, superiore dei frati di Barbana in un messaggio diretto agli esuli -, siete soggetti privilegiati di un Giubileo che vuole consolidare sentimenti e spargere semi di quella “pace e bene” che San Francesco ha mirabilmente testimoniato nell’umiltà. Ardente è stata la testimonianza del vostro conterraneo francescano Egidio Bullesi, uomo delle opere di misericordia, corporali e spirituali, che Papa Francesco invita a rimettere in pratica in quest’anno santo». Il 25 aprile la prolusione sarà tenuta dalla giornalista e inviata di Avvenire, Lucia Bellaspiga.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:giubileoesuli

Riproduzione riservata © Il Piccolo