Grado, il Demanio ricorre per riprendersi spiaggia e mare della Costa Azzurra

GRADO L’Agenzia del Demanio vuole riappropriarsi della spiaggia della Costa Azzurra e anche dell’ampio tratto di mare antistante. Una battaglia legale su circa un chilometro di profondità per la quasi totalità della larghezza della spiaggia, dalla diga alla Fosa, che appartengono al Comune di Grado. Quest’ultimo non vuole cedere e per questo ha affidato a un legale di Trento, esperto in materia, di resistere in Tribunale a Gorizia. E così dopo la spiaggia principale, finita nelle mani Regione, ora l’isola rischia di perdere un pezzo della storia, tavolarmente gradese, anche se questa specificità è stato scoperto solo pochi anni fa.
In ballo ci sono i canoni di concessione degli stabilimenti balneari del grande arenile della Costa Azzurra che sono incamerati dal Comune. Importi di cui il Demanio vorrebbe riappropriarsene. Una disputa che non rappresenta una novità assoluta per Grado visto che anche la Regione, in passato, ha tentato di impossessarsi di beni quali la laguna o parte di essa.
Ma veniamo all’ultima puntata, quella della spiaggia della Costa Azzurra, facendo un passo indietro. Nel 2013 il Comune si mette al lavoro per ottenere le autorizzazioni relative alla perforazione da effettuare nella spiaggia della Costa Azzurra in modo da creare un bacino di sfogo o di entrata dell’acqua calda. Ebbene, per effettuare la perforazione c’è la necessità di chiedere diverse autorizzazioni. Ed è così che si scopre che spiaggia e mare antistante appartengono al Comune. Un tanto avviene anche nel contesto delle verifiche del patrimonio generale dei beni comunali effettuati da un esperto. Ma la scoperta vera e propria era già stata fatta dalla Capitaneria di Porto, alla quale il Comune aveva chiesto lumi in quanto sino a quel momento l’arenile e il mare erano stati considerati di competenza demaniale. La stessa Capitaneria di Porto, infatti, aveva svolto un’accurata indagine ed era emerso che tavolarmente e catastalmente – e quantomeno sin dal 1905 - quelle grandi particelle appartenevano al Comune di Grado.
Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti aveva richiesto al giudice tavolare di modificare l’iscrizione della particella 200/31 di Grado prevedendo l’iscrizione in favore dell’Elenco del Bene Pubblico – Ramo Marina Mercantile. Istanza che il giudice tavolare ha respinto ritenendo «che il verbale di delimitazione è un atto di accertamento e non un atto ablatorio e pertanto non utilizzabile per acquisire la proprietà di porzioni immobiliari il cui diritto di proprietà risulta intavolato a nome di terzi». Adesso però l’Agenzia del Demanio ha presentato ricorso al Tribunale di Gorizia per riaffermare i caratteri della demanialità marittima dell’area (quasi totalità della spiaggia denominata Costa Azzurra e il tratto di mare prospiciente). Un atto che è stato notificato al Comune di Grado il 6 dicembre scorso.
Ma l’amministrazione comunale non ci sta a farsi portar via il bene che è anche una rendita non di poco conto. E forte dello statuto, poi, il Comune “promuove il recupero di tutti quei beni gravati da uso civico, che fossero stati sottratti al godimento dei cittadini, promuovendo e adottando ogni provvedimento diretto alla salvaguardia dell’integrità fisica del suo territorio ... in particolare quello lagunare”. Ecco quindi la decisione di costituirsi in giudizio avverso il ricorso presentato dall’Agenzia del Demanio, avvalendosi dell’assistenza legale dell’avvocato Mauro Iob del foro di Trento in quanto dotato di specifica esperienza in materia demaniale e di usi civici. —
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