Grado, il Pentagono individua il punto dove precipitò un B-24 abbattuto nel '44

Dopo aver individuato il punto nella laguna dove si schiantò un B-24 - esattamente nei pressi dell’isola di Morgo -, il Dipartimento della Difesa Usa invia una missione. Mark Russel, 37 anni, e Stephen Johnson, 51, entrambi storici di professione dipendenti del Dpmo, sono arrivati da Washington con il compito effettuare misurazioni, ascoltare testimoni e riferire al Pentagono
GRADO.
Harry McGuire navigatore, Pershing Hill puntatore, Given Grooms operatore radio, Gerald Herrington assistente motorista, Harold Thompson mitragliere, Nick Gavalas armiere, William Jones assistente radio: sono gli aviatori americani morti il 30 gennaio 1944 precipitando a bordo del loro aeroplano, un bombardiere B-24 del 449th Bomb Group, e i loro resti riposano ancora nel relitto dell’apparecchio oggi sepolto in uno specchio d’acqua bassa dell’isola di Morgo, nel cuore della laguna di Grado.




Dopo 66 anni il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha deciso di riportare a casa quei ragazzi, e ieri mattina due funzionari del Defense Pow/Missing Personell Office (Dpmo), l'istituto che si occupa di rintracciare tutti i prigionieri e i "missing in action", gli scomparsi in combattimento delle Forze armate statunitensi nelle varie guerre del mondo, ha compiuto un primo sopralluogo nella valle di Morgo per raccogliere quanti più dati possibili utili alle operazioni di recupero delle salme. Mark Russel, 37 anni, e Stephen Johnson, 51, entrambi storici di professione dipendenti del Dpmo, sono arrivati direttamente da Washington con il compito di individuare il punto esatto dove precipitò i bombardiere, effettuare misurazioni e rilievi, ascoltare testimoni e riferire al Pentagono.


Il dipartimento per cui lavorano è perennemente impegnato nella ricerca dei soldati e marinai che non hanno fatto ritorno a casa dalla seconda guerra mondiale alla Corea, dal Vietnam alla Guerra del Golfo fino all'Afghanistan. Dei 16 milioni di americani impegnati a vario titolo solo nel secondo conflitto mondiale 406mila morirono sul campo, mentre 79mila mancano ancora all’appello. «Di questi - spiega Mark Russel - 1470 sono scomparsi in Italia, compresi gli aviatori che stiamo cercando qui a Grado».



«Recentemente - aggiunge Stephen Johnson, - il Congresso ha stanziato nuovi fondi per intensificare la ricerca dei "missing in action", e il nostro compito è di trovare e riconsegnare alle famiglie i resti dei loro congiunti». Così, a più di mezzo secolo di distanza da una delle battaglie aeree più violente combattute sui cieli della nostra regione, con l'abbattimento di cinque bombardieri alleati, tre caccia italiani e una quarantina di Messerschmitt tedeschi - tutti precipitati in mare o nell'entroterra - i due funzionari della Difesa Usa sono arrivati all'isola di Morgo a bordo del Castorino II, la motobarca di Stefano Caressa, operatore subacqueo professionista e profondo conoscitore dei misteri del nostro golfo. Assieme a loro l'assessore alla Cultura del Comune di Grado, Giorgio Marin, il ricercatore Giorgio Pietrobon, esperto specializzato in storia dell'aviazione, e Alfredo Furlan, anche lui appassionato storiogafo, cui si deve la ricostruzione puntigliosa di quanto avvenne il 30 gennaio 1944, durante la battaglia aerea cui partecipò il B-24 oggi sepolto nel fango della valle di Morgo.


È stato Furlan infatti che, sulla base degli studi di altri ricercatori come Firmino Granziera e Giovanni Marin, un'approfondita ricerca d'archivio durata anni, e i contatti con il World War II families for the return of missing, un'associazione no-profit americana che collabora con il Dpmo di Washington, a segnalare l’esistenza del relitto, per altro presente da decenni nella memoria dei gradesi. Furlan ha appena pubblicato i risultati della sua ricerca in un articolo apparso sulla rivista di studi storici "Ad Agellum" di Aiello del Friuli. Ma il testimone chiave della vicenda è un vecchio pescatore gradese, Mario Troian, che aveva 12 anni e viveva in laguna quando il B-24 si schiantò sui bassi fondali a non più di duecento metri da dove si trovava lui. Questa mattina Troian accompagnerà i funzionari statunitensi in un secondo sopralluogo a Morgo, nel tentativo di individuare il punto esatto dove giace la bara di metallo con i sette aviatori, che per altro si trova all’interno di una proprietà privata.


E intanto Troian rispolvera i ricordi: «Avevo solo 12 anni - dice -, e vidi questo enorme apparecchio in fiamme precipitare nella laguna, proprio vicino a dove mi trovavo; non sono stato l'unico testimone, e dopo l’abbattimento nessuno si poteva avvicinare al relitto perché c’erano i tedeschi; l'aereo poco alla volta è sprofondato nel fango, negli anni qualcuno recuperò alcuni pezzi, poi il terreno ha cambiato varie volte proprietario e ha subito molti lavori; spero di essere ancora utile alla ricerca». L'equipaggio del B-24 del 449th Bomb Group caduto in laguna, soprannominato Dumbo II, ebbe un unico superstite: Harvey Elwood Gann, 91 anni, vive nel Texas, e segue le ricerche di Grado in contatto e-mail con Furlan. Gann, che si salvò lanciandosi con il paracadute e fu poi catturato dai tedeschi, ha raccontato la sua esperienza e l’abbattimento del bombardiere nel libro di memorie "Escape I Must! - World War II Prisoner of War in Germany" (Woodburner Press).


Sui tranquilli specchi d'acqua dell'isola di Morgo, in un paesaggio mozzafiato dove il tempo sembra sospeso, a bordo del Castorino II Mark Russel e Stephen Johnson verificano dati e coordinate, scattano foto e pianificano il lavoro da fare cercando di gettare un ponte tra presente e passato. E tassello dopo tassello si ricompone il quadro della battaglia di 66 anni fa.

Riproduzione riservata © Il Piccolo