Grado, il pescato di una notte finisce al macero

GRADO. Quasi cinquecento chili di pesce fresco sequestrato dalla Capitaneria di porto per mancata etichettatura, fermo amministrativo del carico con annessa denuncia, multa di 1500 euro oltre alla perdita del pescato che verrà distrutto.
Una giornata di pesca buttata via per almeno tre imbarcazioni con gli annessi equipaggi, una brutta storia per i pescatori gradesi e per la loro Cooperativa che lascia un sacco di amaro in bocca e molte domande. E una catena di sbagli, dopo un imprevisto, conclusi in maniera disastrosa. È iniziato tutto lunedì sera, quando, per il forte maltempo al largo causato dalla Bora, tre pescherecci che erano usciti al largo nel primo pomeriggio per pescare sono rientrati anticipatamente la sera invece che la mattina dopo. Il mare era troppo agitato per continuare a lavorare, anche il pesce sentiva il maltempo e i risultati erano scarsi. I pescherecci, tra questi Il Gabbiano e Torpedine, hanno deciso di ritornare in porto tra le 20 e le 22.
Una volta in banchina però comandanti ed equipaggio hanno realizzato che il mercato era chiuso e bisognava attendere l’alba per iniziare le operazioni di consegna del pesce, L’etichettatura con la divisione dei vari pesci e le varie pezzature, l’accoglimento della merce da parte della Cooperativa con la pesa, il trasferimento prima nelle celle frigo e poi la preparazione per la consegna ai grossisti o ai banchi di pesce in città o in regione. Non c’era tanto pesce, 4-500 chili di pescato diviso nelle tre barche, un po’ di tutto quello che offre la stagione: seppie, orate, triglie, palombi, sogliole, sgombri, cicale di mare, calamari, gamberi, polpi, rombi, branzini e suri.
Troppo rischioso tenere in barca il carico, si rischiava di farlo andare a male e renderlo invendibile. Ecco l’idea di anticipare i tempi e, visto che le celle della Cooperativa pescatori erano di fronte, mettere subito tutte le casse, 91 pezzi, in frigo. Ma senza prima averle etichettate e rispettare le procedure della consegna al mercato. Tanto si è tutti in famiglia, hanno pensato i pescatori, capitava qualche volta che le cassette venissero consegnate con un semplice foglio con il nome della barca.
Ieri mattina, verso le 7.30, la doccia fredda con l’arrivo della squadra della Capitaneria di porto di Monfalcone per un controllo inatteso e improvviso. Gli uomini hanno chiesto di fare un’ispezione alla Cooperativa. Dentro le celle c’erano le cassette piene di pesce appena pescato ma senza etichette con l’indicazione di provenienza. Ed è scattato il sequestro con la denuncia amministrativa.
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