Graphart, a metà maggio l’asta di vendita

L’azienda grafica è fallita, con 23 dipendenti in cassa integrazione. Nessun “pretendente” dal Fvg
Lasorte Trieste 14/12/10 - Zona Industriale, Via Ressel, Sede Graphart
Lasorte Trieste 14/12/10 - Zona Industriale, Via Ressel, Sede Graphart

«A metà maggio spero di poter indire la gara d’asta; in questo ultimo periodo ho macinato migliaia di chilometri in giro per l’Italia e sono fiducioso». Piergiorgio Renier commenta così gli ultimi sviluppi del caso Graphart, l’azienda grafica di via Ressel, a San Dorligo della Valle, fallita e con i suoi 23 dipendenti in cassa integrazione.

Il dinamico commercialista triestino ha ricevuto già più di una dichiarazione d’interesse. «C’è chi vorrebbe acquistare i macchinari della ditta per poi rivenderli, magari in Paesi extraeuropei, e chi già con un’attività nello stesso settore, avrebbe intenzione di continuare la produzione qui. Da professionista e da triestino ovviamente spero che l’attività continui» afferma Renier. Che precisa, con un tono amaramente ovvio: «Di tutti i potenziali acquirenti, nessuno è di Trieste e neppure del Friuli Venezia Giulia: è sconsolante ma la realtà è questa». Per trovare chi possa continuare a produrre o almeno acquistare i sofisticati e costosi macchinari che giacciono fermi nei capannoni della Graphart, il curatore fallimentare ha contattato aziende specialistiche in Italia ma anche all’estero. Ha scritto lettere ed e-mail, inviato schemi e prospetti. «Ripeto, sono fiducioso; oggi c’è Internet, rappresenta un buono strumento per stimolare un mercato e io l’ho usato» racconta. Per Renier il web costituisce un altro, non trascurabile vantaggio: «Ormai sono finiti i tempi delle gare al ribasso, quando chi faceva strozzinaggio sul prezzo d’acquisizione aveva più mano libera. Ormai con Internet tutti sanno tutto e i giochi sporchi sono difficili da imbastire».

Ma cosa andrà all’asta? Essenzialmente, i macchinari dell’azienda, poichè la sede dove sorge è di proprietà dell’Ezit, l’Ente zona industriale di Trieste. Sul marchio meglio non contare troppo. «Un marchio vale - spiega il professionista - fintanto che l’azienda cui appartiene vale, cioè lavora e produce, ad alti livelli. In questo caso purtroppo non è più così».

In ogni caso l’attrezzatura della Graphart è di tutto rilievo, sia qualitativo che in fatto “di mole”: macchinari per stampare in quadricromia in grande formmato ed alta qualità. «Di macchine come questa - conclude Renier - ce ne sono solo tre, quattro in tutta Europa. È lunga ben 22 metri e pesa 220 tonnellate. Pensate che per farla arrivare dalla Germania, dove è stata prodotta, all’epoca ci sono voluti 18 Tir e due Trasporti eccezionali». Il curatore fallimentare spera di ricavare dalla sua vendita due milioni di euro, considerando che per l’installazione erano stati spesi 250-300mila euro.

Pier Paolo Garofalo

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