Gravina sulla linea di Milanese: «Una C a 20, gli altri semipro»

TRIESTE Nessuno al momento sa se si tornerà a giocare magari riacciuffando in extremis l’ultimo terzo della stagione. Non si sa perché non ci sono sufficienti elementi di conoscenza nemmeno per ipotizzare un ritorno alla vita sociale salvaguardando la salute di tutti. Ma una certezza c’è: comunque vada a finire il mondo del calcio (così come gran parte delle altre attività umane) dovrà essere riformato. E i vertici, in attesa delle decisioni del governo ispirate alle richieste della comunità medico-scientifica, cominciano a pensarci. Nel breve-medio termine serviranno modifiche strutturali in grado di rendere sostenibili quei campionati come quello di C che non lo erano già prima del Coronavirus. Una settimana fa l’amministratore unico della Triestina Mauro Milanese aveva lanciato un’idea condivisa ieri anche dal presidente federale Gabriele Gravina.
«A mio avviso ci sono due strade - aveva detto Milanese a proposito delle difficoltà economiche della terza serie - . La prima è quella dell’intervento pubblico attraverso la defiscalizzazione che già sta percorrendo da mesi il presidenti Ghirelli. Ma mi sembra lunga e di non semplice soluzione. Comunque darebbe un aiuto non da poco alle società. La seconda via è quella di costituire una serie C d’Elite alla quale parteciperanno le prime sei-sette della classifica di ogni singolo girone della prossima stagione. Un torneo vendibile meglio a tv e sponsor, uno spettacolo più appetibile con tutte le grandi piazze coinvolte in modo tale da raccogliere nuove risorse. Insomma tutte le società, che investono milioni, avrebbero 4 promozioni a disposizione. Le realtà più piccole per bacino diventerebbero la palestra dei nostri giovani e con prestiti e premi di valorizzazione avrebbero anche loro grandi vantaggi».
Sulla stessa frequenza è la dichiarazione rilasciata ieri da Gravina: «Bisogna tornare a un'eccellenza di C di 20 squadre e poi 40 in una serie semi-professionistica. Ghirelli già conosce questa proposta ed è favorevole, dipende dalle società».
Intanto il tentativo di tenere viva la speranza di concludere in qualche modo i tornei ricade nella logica di difesa di quel che è salvabile. A tal proposito ieri è intervenuto il presidente della Figc Gravina. «La priorità è terminare i campionati entro l'estate - ha detto il presidente - senza compromettere la stagione 2020/21. Non ci possiamo permettere un'estate piena di contenziosi sul profilo procedurale e legale. Il ministro Spadafora ha detto che proporrà il blocco delle attività fino a fine aprile, allenamenti compresi, aspetterei la decisione del Consiglio dei Ministri. I nostri campionati non riprenderanno sicuramente fino a maggio, questo scenario lo avevamo già ipotizzato». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo