Milanese punta a un anno zero con l’idea di una serie C Élite

L’au dell’Unione. «I giocatori devono tagliarsi lo stipendio? Mica son tutti milionari Si può giocare pure a luglio. Problemi economici? Torneo a 20 per grandi piazze»
Mauro Milanese assieme al presidente della Triestina Mario Biasin
Mauro Milanese assieme al presidente della Triestina Mario Biasin

TRIESTE Presente e futuro si intrecciano anche in isolamento. Anche per chi abituato da una sempre e una vita iperdinamica ora deve fare i conti con le accoglienti mura domestiche e con i drammi che si consumano al di fuori del perimetro casalingo.

Eppure, in attesa di qualche timido segnale di progresso dai bollettini medici, questo è anche il tempo della riflessione. La classe dirigente del mondo del calcio, pur nella consapevolezza di una precarietà da vivere ora per ora, si interroga e ragiona su come affrontare (quando arriverà il momento) la ripresa dell’attività. Anche il numero uno della Triestina Mauro Milanese, sempre in contatto con il patròn Mario Biasin in Australia, immagina gli scenari.

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«La premessa è che in questo momento la totalità dell’attenzione è rivolta all’emergenza sanitaria. Ho tanti amici in Lombardia, una terra alla quale sono legato dai miei trascorsi da calciatore. Quindi ho testimonianze dirette di quella tragedia - dice Milanese -. Ma c’è anche il tempo per ragionare su come ripartire: le varie leghe in questi giorni dovranno definire i percorsi in relazione a tempistiche diverse. Ma io ritengo che la cosa fondamentale sia quella di disegnare un percorso uniforme e con regole uguali per tutti».

Nel dibattito del sistema calcistico di questi giorni ci sono due priorità. La prima è quella di trovare i mezzi per ammortizzare almeno in parte la perdita economica e quindi le risorse a disposizione per riaccendere in futuro i motori. La seconda è il format da scegliere per concludere in qualche modo i campionati.

«Cominciamo dalla questione campionati: sappiamo per esempio che per mantenere il format della serie C servono otto settimane - continua l’amministratore unico della Triestina -. Questa è la base dalla quale partire. Si potrebbe eventualmente pensare di accorciare di una settimana o poco più disputando in gara unica alcuni turni dei play-off oltre a quelli già previsti. Ma non cambia molto. Se, per motivi di salute pubblica che ripeto sono prioritari, si dovesse ripartire dopo inizio maggio, non sono contrario ad andare avanti anche fino a luglio inoltrato. Significa che andrà riformulato il calendario della prossima stagione. Ma anche questo non mi sembra difficile specie per le categorie che non hanno impegni internazionali».

Ma c’è la questione dei contratti con i calciatori. Ai massimi livelli più di qualcuno avanza l’ipotesi di un taglio degli ingaggi. «La situazione d’emergenza implica una flessibilità - dice Milanese - Ma, e lo dico da ex calciatore di serie A, i giocatori non sono tutti nelle stesse condizioni. Chi ha contratti da decine di migliaia di euro al mese può vivere benissimo anche con una o due mensilità in meno. Quando si scende di categoria non è così. Si stanno utilizzando parte delle ferie e poi penso sia giusto avere lo strumento della cassa integrazione. Spero proprio che il decreto di sostegno del governo anche alle piccole e medie imprese sia allargato anche a quelle sportive. Noi siamo delle società di capitali con decine di dipendenti. Poi spetta al nostro presidente Ghirelli portare avanti l’istanza per ammortizzare con contributi pubblici una parte dei minori ricavi. Non basta spostare in avanti i pagamenti di contributi e tasse. Senza un intervento strutturale molte realtà rischiano di chiudere i battenti. Noi comunque come Triestina ai primi di marzo abbiamo saldato anche il mese di febbraio. Questo per dare tranquillità e come segnale di solidità della nostra società».

A proposito delle difficoltà economiche strutturali nel gestire le società in terza serie, specie quelle con ambizioni, forse questa è l’occasione per rivedere il sistema.

«A mio avviso ci sono due strade. La prima è quella dell’intervento pubblico attraverso la defiscalizzazione che già sta percorrendo da mesi il presidenti Ghirelli. Ma mi sembra lunga e di non semplice soluzione. Comunque darebbe un aiuto non da poco alle società».

E la seconda via? «È quella di costituire una serie C d’Elite alla quale partecipano le prime sei-sette della classifica di ogni singolo girone della prossima stagione. Un torneo vendibile meglio a tv e sponsor, uno spettacolo più appetibile con tutte le grandi piazze coinvolte in modo tale da raccogliere nuove risorse. Insomma tutte le società, che investono milioni, avrebbero 4 promozioni a disposizione. Le realtà più piccole per bacino diventerebbero la palestra dei nostri giovani e con prestiti e premi di valorizzazione avrebbero anche loro grandi vantaggi. È solo un’idea personale che lancio oggi ma sulla quale sto ragionando da tempo - conclude Milanese -. Comunque ne parlerò con il presidente Ghirelli anche perché un eventuale cambio di sistema va fatto assieme alla Lega e quindi alle altre società. Perché, come ci insegna l’esperienza drammatica di questi giorni, le decisioni vanno prese assieme. Ma questo può diventare veramente l’anno zero anche per il nostro movimento». —




 

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