Bossi: «Rivisti i programmi. Ripartire da zero è rischioso»
Il preparatore atletico della Triestina: «Con i ragazzi ci sentiamo ogni giorno e c’è una chat comune. Fanno anche un po’ di sprint nei garage e sulle scale»

TRIESTE Il prolungamento della pausa degli allenamenti fino ad almeno inizio aprile, ma con la prospettiva che si possa andare ben oltre, ha cambiato un po’ i programmi anche in casa alabardata e ha aperto scenari diversi anche riguardo la condizioni fisica e l’eventuale ripresa. Facciamo il punto con Luca Bossi, preparatore atletico della Triestina.
MODIFICA. Intanto la situazione degli alabardati e come stanno lavorando: «Con i ragazzi mi sento quotidianamente - dice Luca Bossi - c’è una chat comune per dare i programmi che valgono per tutti, e poi quelle personali per il lavoro in base alle esigenze dei singoli. Qualcosa abbiamo modificato nel programma, aggiustando un po’ il tiro, il tutto compatibilmente con gli spazi a disposizione, il soggiorno e per qualcuno al massimo il garage. Quindi lavori di forza in casa e un po’ di sprint nei garage e sulle scale. Diversi ragazzi poi si sono presi una cyclette, che poi è l’unica maniera per fare un po’ la parte cardio. Stiamo valutando di proporla a tutti».
RIPRESA. Ma che problemi comporterà una ripresa dopo uno stop così lungo? «Naturalmente parliamo in linea teorica - spiega Bossi - perché non abbiamo date precise e nemmeno quanto tempo eventualmente ci sarebbe prima di rigiocare le partite. Un conto è riprendere ad allenarsi al lunedì e giocare già al sabato con pochi giorni a disposizione, un altro avere almeno due settimane di tempo. Visto che la settimana precedente la partita è sempre quella tipo, riprendendo dieci giorni prima ci sarebbero solo due o tre giorni per fare qualche carico importante. Se ci sarà più tempo, si può pensare di metter dentro qualcosa in più».
INFORTUNI. Ma la grande preoccupazione di Bossi è un’altra: «Riprendere da zero senza una vera base di forza, sarà rischioso per gli infortuni. Perché uno può anche lavorare a casa, ma senza i macchinari e senza il campo con balzi, scatti e cambi di direzione, riprenderemo con meno forza di quanta ne avevamo e con maggiori timori legati agli infortuni. È come una Ferrari che sa di poter andare a 200 all’ora, ma ha le gomme sgonfie».
RITMO. Se si riprenderà, il ritmo di partite per chiudere la stagione sarà infernale: «E qui mi ricollego al discorso precedente degli infortuni: la frequenza con cui si riprenderebbe eventualmente a giocare, sarebbe già molto difficile a condizione ottimale, figuriamoci adesso. Leggo di ipotetici calendari con una partita ogni tre giorni per oltre due mesi: i rischi sono tanti».
ALLA PARI. «Sulla condizione è ovvio che ci sarà un peggioramento della performance - dice Bossi - ma sarà generalizzato, riguarderà tutte le squadre, non solo noi, pertanto se ripartiremo sarà almeno tutti alla pari. In questo caso sarà importante la professionalità degli atleti, e su questo sono sicuro al cento per cento dei ragazzi, come ho detto li sento ogni giorno e so che lavorano nel modo giusto».
PSICOLOGIA. Oltre a quello fisico, c’è l’aspetto psicologico. Come riprenderanno i calciatori? «Visto che li sento quotidianamente - spiega il preparatore atletico - un po’ di preoccupazione e smarrimento ci sono come li hanno tutti, visto il susseguirsi di notizie e incertezze. Non si vede l’ora di ricominciare, ma l’aspetto psicologico è difficile da valutare finché non si riprende, anche perché è legato a ogni singolo stato emotivo». —
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