«La Triestina fermando i giovani per prima ha detto stop»

Il responsabile del settore alabardato Loschiavo il 22 febbraio impose il dietrofront agli Esordienti in viaggio per Padova. «Intuii il pericolo»
Lasorte Trieste 08/06/17 - Triestina, Presentazione Camp Estivo
Lasorte Trieste 08/06/17 - Triestina, Presentazione Camp Estivo

TRIESTE. Forse è stato addirittura il primo uomo di sport in Italia ad accorgersi che, di fronte all’emergenza coronavirus, bisognava fare un passo indietro. Di sicuro Mauro Loschiavo, responsabile del settore giovanile della Triestina, è stato un precursore dello stop assoluto alle attività sportive, che tutti poi avrebbero capito essere una misura necessaria. Tutto risale alla mattinata di sabato 22 febbraio: la formazione degli Esordienti Pro 2007 della Triestina è in viaggio assieme a staff e accompagnatori verso Padova, dove nel pomeriggio avrebbe dovuto affrontare i pari età biancoscudati.

Da casa, Loschiavo sente le notizie, comincia ad accorgersi che la situazione si fa preoccupante e decide autonomamente il dietrofront della spedizione, anche senza un provvedimento specifico delle autorità sportive competenti: «Quella mattina ho iniziato a sentire le notizie che arrivavano da Padova - racconta il responsabile del settore giovanile alabardato - dove si stava addirittura chiudendo un ospedale e mi sono sinceramente spaventato. C’era una crescente preoccupazione perché l’epicentro dei primi casi era nel Padovano, proprio dove i nostri ragazzi stavano andando. Arrivavano anche chiamate da genitori che iniziavano legittimamente a preoccuparsi, e noi non potevamo mettere a repentaglio la salute di tanti ragazzini. Quindi ho preso la decisione di rinunciare alla gara: la squadra degli Esordienti Pro 2007, che era partita alle 8 da Trieste, in quel momento si trovava a Latisana. A quel punto ho chiamato e li ho fatti rientrare immediatamente a casa».

La società alabardata si prese dunque la responsabilità di una drastica scelta e fece uscire una nota, in cui spiegava di aver precauzionalmente preso la decisione «a tutela dei propri giovani e per senso di responsabilità verso le rispettive famiglie». Ma Loschiavo rivela di aver cercato di avvertire il Comitato Veneto Figc già il giorno prima: «Dopo le prime notizie sui casi scoppiati in quella regione, avevo già chiamato il venerdì il Comitato Veneto avvisandoli della mia preoccupazione e chiedendo un rinvio delle gare, ma mi hanno risposto che non c’era nessun provvedimento in vista».

E infatti solo nel pomeriggio del sabato, qualche ora dopo la decisione completamente autonoma della Triestina, il Comitato regionale del Veneto della Figc comunicava il rinvio a data da destinarsi di parecchie partite sia a livello giovanile sia delle categorie dilettantistiche, avallando in pratica ufficialmente la decisione autonoma della società alabardata.

Nel frattempo, anche in questo caso anticipando qualsiasi decisione delle autorità competenti, Loschiavo avvisava anche l’Arzignano che l’indomani (domenica 23 febbraio) i Giovanissimi alabardati non si sarebbero recati in Veneto per la partita prevista. Tutto il resto dello sport, purtroppo, ci è arrivato dopo: «Per me si è scherzato troppo all’inizio con questo problema - afferma Loschiavo - tutti all’inizio pensavano fosse una cosa confinata in Cina. Ma quando si annulla il Carnevale, si chiudono le scuole e il Governo stoppa tante attività, è incredibile che lo sport abbia ancora continuato per un po’. Se poi penso che quel famoso week-end in cui non siamo andati in Veneto, qui a Trieste abbiamo giocato contro le formazioni dell’Albinoleffe... la Berretti al sabato, e contro under 15 e under 17 la domenica».

Intanto c’è una marea di ragazzini da gestire in questa pausa. Loschiavo spiega come: «Sono stati dati dei programmi, ogni tecnico ha il suo gruppo e anche attraverso dei filmati ci sono esercizi da eseguire a casa per il potenziamento. Ovviamente ogni annata ha il suo obiettivo di lavoro. Poi abbiamo avvertito di seguire attentamente l’alimentazione, ci sentiamo con tutti via Skype. La cosa sarà lunga, e anche se i campionati giovanili non potranno finire, non sarà certo questo il problema». 
 

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