Triestina Calcio, la ricetta di Gentilini per i play-out: «Tesser una garanzia»

Il tecnico aveva condotto l’Unione nello spareggio salvezza di due anni fa contro il Sangiuliano City: «Anche allora la situazione societaria era problematica, la chiave sta nel tenerne fuori i giocatori il più possibile»

Antonello Rodio

Due anni fa la Triestina si trovò in circostanze simili a quelle attuali: un play-out da giocare e un’incerta situazione societaria, tanto che anche allora salvare la Serie C era fondamentale per i destini del club. A firmare quell’impresa in panchina fu Augusto Gentilini: il tecnico raccolse l’Unione ultima in classifica dopo 24 giornate con 18 punti, e negli ultimi 14 turni ne fece 21, guadagnando i play-out. Spareggi salvezza che, dopo il pareggio dell’andata al Rocco, la Triestina vinse nel ritorno a Seregno con il Sangiuliano, con l’ormai storico gol di Tavernelli allo scadere.

Gentilini, anche lei preparò i play-out con una situazione societaria problematica alle spalle: come fece? 

«Cercai di isolare il più possibile i ragazzi dall’aspetto societario, altrimenti è un problema in più che vai a mettere nella loro testa: ci sono alcuni giocatori caratterialmente forti che questo non lo subiscono, ma ce ne sono altri, che magari sul piano tecnico sono fondamentali, che invece potrebbero essere influenzati dalla situazione». 

Avere in panchina Tesser in questa situazione cosa rappresenta? 

«Un’assoluta garanzia, non serve nemmeno sottolinearlo. Stiamo parlando di un allenatore valido ed esperto, credo che sotto questo aspetto non ci siano dubbi».

Dall’arrivo di Tesser il rendimento della Triestina è completamente cambiato: ma allora gli allenatori contano ancora tanto?

«Questo discorso per me è come sfondare un portone aperto: purtroppo molti dicono che l’allenatore conti relativamente, io invece sono di tutt’altro parere. Per questo sono convinto che tutto andrà nel migliore dei modi».

Torniamo al 2023: cosa rappresentò quella vittoria strappata in extremis? 

«Fu la riprova che la chiave sta sempre nella convinzione di non mollare mai fino al rientro nello spogliatoio. Dopo la partita di andata in casa tutti vedevano nero e sembrava fosse crollato il mondo, ma io ci ero già passato ed ero convinto delle qualità dei ragazzi».

A un certo punto però sembrò tutto perduto.

«Rimanemmo pure in dieci, ma eravamo già stati capaci di venirne fuori in altre partite che si erano messe male. Poi è arrivato l’episodio, perché ci vuole anche la fortuna, ma bisogna andarsela a cercare con le proprie capacità». 

Venendo ai nostri giorni: come arriva la Triestina agli spareggi? 

«Penso che il mister e i giocatori siano consapevoli da tempo di questa situazione, ora c’è questo periodo per prepararsi al meglio, recuperare qualche infortunato e valutare l’aspetto fisico. Sotto questo aspetto ho visto l’ultima partita e la condizione atletica mi sembra buona. Ma è normale che il lato mentale in questo tipo di partite diventi determinante». 

Come vede le sfide con il Caldiero?

«Se andiamo ad analizzare la qualità tecnica non c’è partita, ma in queste gare secche gli episodi e le situazioni particolari possono essere determinanti, e anche la giornata no di qualche elemento potrebbe condizionare il match. Pertanto bisogna stare tranquilli, nel senso essere consapevoli della propria forza tecnica, fisica e morale, ma stando sempre all’erta». 

E il vantaggio dei due risultati su tre?

«Non bisogna cullarsi su questo, non credo la Triestina si metta a gestire il risultato. Sono convinto che con Tesser la squadra cercherà la vittoria come ha sempre fatto. Ci sono insomma i presupposti per ottenere la salvezza. E al 90 per cento ci sarò anch’io lì a tifare Triestina».

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