Triestina Calcio, la classe di capitan Correia: «Play-out? Penso positivo»
Il centrocampista si è guadagnato la fascia grazie alle sue qualità in campo e fuori. «Arrivare agli spareggi è stato un miracolo: ora salviamo l’onore dell’Unione»

Con Attilio Tesser, collocato nel cuore della mediana disegnata sul 4-3-1-2 caro al tecnico, Omar Correia si è dimostrato una certezza fin dai primi mesi con la maglia della Triestina. Era il settembre-ottobre 2023 ma sembrano trascorsi anni luce da quella fiammeggiante squadra da 40 punti in un girone, smembrata senza senno nei mesi seguenti.
Da un po’ di tempo, tra i superstiti di quel nuovo corso americano, Omar Correia si è guadagnato i galloni del capitano. Un premio meritato ad un giocatore dalla tecnica indubbiamente sopraffina per la categoria, ad un ragazzo con i piedi per terra, volenteroso come dimostra anche l’apprendimento rapido di un ottima lingua italiana. Ci sarà bisogno del miglior Correia ancora per 180’ in questa stagione, per preservare la categoria a conclusione di una strepitosa rimonta.
Correia, quasi due anni alla Triestina: cosa significa esserne oggi capitano?
«Sono molto orgoglioso, il mister mi dà la fiducia ed anche il gruppo, io mi impegno per il massimo, per il bene di questa squadra. Una bella responsabilità».
Da dicembre avete fatto una grande impresa.
«Veramente è un miracolo, tanta gente pensava che la Triestina fosse morta, ma quando ho visto l’arrivo di Tesser ero tranquillo, conoscendolo sapevo che le cose sarebbero cambiate e lo abbiamo visto in campo».
Lo dicono anche i numeri, quelli non mentono mai sul lungo periodo.
«Abbiamo fatto 37 punti: senza i 5 punti di penalizzazione saremmo stati già salvi. Di questo siamo contenti, adesso dobbiamo trasformare tutto questo in fiducia, e con questo gruppo la fiducia c’è».
Salvare la Triestina vi darebbe di diritto un posto nella storia sportiva di questa città. Ne siete consapevoli?
«L’obiettivo della squadra è salvare questa grande società. Noi siamo una grande gruppo ed abbiamo le qualità per fare bene i play-out».
Come si impostano due partite così?
«Dobbiamo pensare alla singola partita, ed entrare in campo sempre per vincere. Alla fine dei 180’ vedremo, ma la nostra mentalità è quella di vincere, andare a Caldiero senza pensare alla gara di ritorno, ma solo dando il massimo».
Questo assetto è la soluzione migliore per il suo gioco?
«Con questo modulo e questo mister per me è facile giocare, davanti a me ho tre giocatori, e mi piace giocare tra le linee».
Il mercato di Delli Carri a gennaio è stato determinante. Aria nuova e volti esperti.
«Non è facile arrivare in una squadra che è all’ultimo posto, tutti i compagni che sono arrivati a gennaio hanno dato il massimo per aiutare la squadra e la società. Sul campo è diventato tutto più facile, c’è una buona mentalità oltre alla qualità di giocatori forti».
C’è stato un momento in cui ha pensato fosse finita o uno in cui ha pensato assolutamente di farcela?
«Onestamente ho sempre pensato positivo, nella mia mente non ci può essere il pensiero di andare in campo per perdere, ho sempre avuto questa consapevolezza che potessimo giocare contro ogni squadra e lo abbiamo dimostrato sul campo anche contro Vicenza, Padova, Feralpi. Abbiamo sempre giocato molto bene. Siamo la Triestina».
Vista con occhio distaccato, chiunque sostiene che la Triestina sia superiore tecnicamente al Caldiero. Cosa comporta?
«La Serie C non è mai facile, ogni squadra ha i suoi valori ed il suo modo di giocare. Una partita di play-out hai maggiore pressione, è logico, sono partite in cui si gioca con il cuore, saranno partite difficili. Ma guardo solo in casa nostra, abbiamo tanti giocatori con esperienza e qualità, non dobbiamo avere paura. Daremo il massimo per vincere e salvare la Triestina».
Pullman esauriti, biglietti per Caldiero a ruba. I tifosi vi sono a fianco.
«L’aiuto dei nostri tifosi è molto importante, danno una forza in più, ne abbiamo bisogno per le ultime due partite ed arrivare a questa salvezza».
In pace con la propria coscienza?
«Sì, sono felice. Potevo esserlo di più con la salvezza diretta, ma questo è il passato. Adesso dobbiamo solo pensare alla salvezza nei play-out, sarò ancora più felice se la otterremo, e sono sicuro che sarà così».
Riproduzione riservata © Il Piccolo